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L’operazione ''Spiagge e fondali puliti'' è in corso in tutto l’Abruzzo.

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Come ogni anno Legambiente organizza lungo le coste italiane un grande raduno di volontari per liberare le spiagge e i fondali dai rifiuti, come promozione del rispetto e la tutela dei territori e come reazione alla maleducazione e all’indifferenza. Dopo gli appuntamenti che sono stati già organizzati a Silvi (22 maggio), Alba Adriatica (27 maggio) e Giulianova (28 maggio), domani domenica 29 maggio gli appuntamenti sono a Francavilla (ore 10.00 presso la spiaggia libera di fronte Palazzo Sirena) e a Vasto, con l’iniziativa di punta “La presa della battigia!”. A Vasto domani domenica 29 maggio l’appuntamento è per le ore 9.30 presso il tratto di spiaggia libera di fronte alla “Sirenetta” con i volontari di Legambiente e l’associazione civica Porta Nuova. I bagnanti si tufferanno dopo la pulizia straordinaria del tratto di spiaggia libera “Sirenetta”, dove si potrà vedere anche un reportage fotografico delle opere di cementificazione sulla costa che negli ultimi anni ha subito un vero e proprio assalto. «L’evento – precisa Giuseppe Di Marco, segreteria regionale Legambiente Abruzzo - è stato inserito all’interno dell’iniziativa nazionale come “La presa della battigia”, per protestare contro l’attuazione del Decreto Sviluppo che all’art. 3 prevede la concessione dell’area demaniale ai privati per 20 anni: di fatto una svendita delle spiagge che non gioverà allo sviluppo del territorio e al turismo. Mare e paesaggio sono beni comuni e come tali vanno tutelati. Vasto ha fatto registrare per anni una forte espansione edilizia. Troppo, anche secondo l’arcivescovo Bruno Forte che ha più volte rimarcato la presenza di una cementificazione selvaggia anche su Vasto Marina». «A Vasto la nuova frontiera della cementificazione – dichiara Michele Celenza dell’Associazione civica “Porta Nuova” – è oggi il progetto di raddoppio del porto di Punta Penna: un progetto speculativo e privo di una reale giustificazione economica, che accentuerebbe gravemente il processo di erosione già presente sulla costa vastese a Sud. Il tutto a ridosso di un sito di interesse comunitario, di una Riserva Regionale, di due zone a vincolo archeologico, di una zona residenziale (le case ATER); e mentre la Provincia di Chieti, nel Piano Territoriale delle Attività Produttive (PTAP), ipotizza la delocalizzazione di alcune attività industriali. Intanto, poco dopo che siamo riusciti a sventare il progetto di speculazione edilizia che si celava dietro la costruzione del porto turistico alla Lebba, è rispuntata l’idea di un nuovo porto turistico (per un totale di 362 posti barca), questa volta in località Trave, che si aggiungerebbe allo stuolo di porti turistici - tutti in passivo - già presenti sulla costa da San Salvo a Pescara. L’idea che sottende questi progetti è sempre la stessa: lo sfruttamento intensivo della costa, che quand’anche garantisse (come si sostiene) un ritorno economico a breve, ne comprometterebbe per sempre l’integrità e la bellezza; e di conseguenza una valorizzazione turistico-ambientale alternativa e più lungimirante. La questione non è di accettare o meno lo sviluppo; ma di quale sviluppo si parla, e a che prezzo». «Ci si chiede infine come queste iniziative, aggravate dalle speculazioni edilizie in corso - concludono gli esponenti di Legambiente e di Porta Nuova – si concilino con le nuove sfide di programmazione di questo territorio che ricade nel perimetro dell’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina».
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