“Pescara si mobilita contro la paventata chiusura dell’Ufficio di Polizia di Frontiera aerea e marittima del capoluogo adriatico, un provvedimento che andrebbe a dequalificare l’aeroporto internazionale d’Abruzzo, ponendo in seria difficoltà il tema della sicurezza dello scalo stesso. A tal proposito ho presentato un’interpellanza al Ministro dell’Interno l’onorevole Angelino Alfano al fine di accendere i riflettori sul ‘caso’ Pescara che non può essere penalizzato dal piano di accorpamento-dimensionamento e soppressione dei Presidi di Polizia, in nome di una Spending Review scellerata”.
Lo ha detto il consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Armando Foschi il quale ha indirizzato l’interpellanza al sindaco Albore Mascia, al Presidente del Consiglio comunale e al Prefetto affinchè la stessa sia rivolta al Ministro Alfano.
“Dall’attenta analisi del Progetto di razionalizzazione degli uffici e dei reparti della Polizia di Stato – ha spiegato il consigliere Foschi -, l’Ufficio di Polizia di frontiera aerea e marittima di Pescara rientra in una tipologia completamente diversa rispetto alla maggior parte degli omologhi in previsione di chiusura, e questo in considerazione della sua intensità di traffico, della continuità dei voli esistenti e del numero di passeggeri annui che vi transitano, circa 600mila. Tale ufficio, istituito all’interno dell’aeroporto internazionale, non solo garantisce la presenza dello Stato in una struttura ad alta densità di affluenza di persone, seppur limitatamente ad archi temporali concomitanti con l’arrivo e la partenza dei voli, ma garantisce alla struttura aeroportuale stessa quegli standard richiesti dalla regolamentazione internazionale. E’ il caso di far comprendere con dati reali l’importanza funzionale e strategica che tale Ufficio di Polizia di frontiera riveste nell’ambito dell’intera area metropolitana Pescara-Chieti. Innanzitutto precisiamo che l’Ufficio è stato istituito nel 2004, quando l’aeroporto d’Abruzzo è diventato ‘aeroporto internazionale’ e la sua presenza ha determinato il giusto equilibrio di competenze tra Enti dello Stato e non, presenti in ambito aeroportuale, permettendo la pianificazione e realizzazione di una ‘politica di sicurezza aeroportuale’ attraverso iniziative istituzionali determinanti ai fini del superamento delle criticità esistenti. Un Ufficio che peraltro svolge un’efficace opera di prevenzione dell’immigrazione clandestina. Di fatto la chiusura dell’Ufficio non rappresenterebbe neanche un significativo guadagno in termini di recupero di mezzi e uomini. Va infatti considerato il costo zero delle strutture a disposizione della Polizia di frontiera concesse a titolo gratuito da società ed enti pubblici che non fanno capo al Ministero dell’Interno. Per quanto riguarda il recupero delle risorse umane, va tenuta in seria considerazione la specificità della materia della polizia di frontiera nei due settori di competenza, ossia i controlli documentali di frontiera e la sicurezza aeroportuale e portuale. Sarà quindi necessario che tali attività continuino a essere garantite da personale specializzato o comunque formato che, non sostituibile, sarà solo parzialmente impiegabile in altri servizi generici di Polizia. Per quanto riguarda l’attività di sicurezza, la locale Questura dovrà comunque continuare a garantire l’osservanza della normativa dei Regolamenti europei oltre che delle procedure previste dagli altri programmi di sicurezza nazionali. Inoltre: attualmente l’Ufficio di polizia di frontiera provvede autonomamente alla gestione di tutta l’attività amministrativa, contabile e logistica, di cui poi dovranno farsi carico gli uffici della locale questura con un considerevole aggravio di lavoro. A tali argomentazioni, vanno aggiunte le stesse considerazioni inerenti la frontiera marittima, in previsione della soluzione delle problematiche di navigazione connesse all’opera di dragaggio del porto canale di Pescara. Infatti, oltre all’attività di polizia di frontiera, nel caso del probabile ripristino del collegamento stagionale con la Croazia – ha ancora spiegato il consigliere Foschi – va considerata la recente politica di ‘sicurezza portuale’ che ha portato all’approvazione della circolare denominata ‘Piano Cristoforo Colombo’ finalizzata al coordinamento dell’attività di prevenzione e contrasto di atti terroristici in ambito portuale, attraverso l’istituzione di un ‘dispositivo di sicurezza portuale’ di cui dovrebbe farsi carico proprio il dirigente dell’Ufficio di polizia di frontiera. Ed è evidente che solo la presenza continuativa e stabile di un organismo specialistico di polizia permetterebbe la concreta realizzazione dei nuovi standard di sicurezza richiesti. A questo punto ho deciso di chiedere al sindaco di interpellare l’onorevole Ministro dell’Interno Alfano per sapere quali saranno le economie, in termini di uomini, strutture e mezzi, che si ritiene di perseguire con la chiusura dell’Ufficio di Polizia di frontiera aerea e marittima di Pescara; come ritiene di continuare a garantire gli standard di sicurezza in ambito aeroportuale e portuale ora mantenuti dalla polizia di frontiera; come potrà essere garantito l’elevato standard specialistico dei controlli documentali ai passeggeri in arrivo e partenza; come potrà essere realizzata la pianificazione della ‘politica di sicurezza aeroportuale e portuale prevista dalle direttive ministeriali anche recenti, visto soprattutto l’impegno quotidiano profuso dalla questura di Pescara nei diversi altri servizi istituzionali a cui deve ordinariamente adempiere; e quali programmi politico-economici saranno seguiti in favore delle regioni interessate, per compensare la ricaduta commerciale negativa consequenziale alla dequalificazione dell’aeroporto internazionale d’Abruzzo a seguito della chiusura dell’Ufficio di Polizia di frontiera aerea e marittima di Pescara. Ovviamente il nostro obiettivo è quello di impedire la chiusura di quegli uffici, ricordando che il trend dei passeggeri nel nostro scalo è in costante crescita, passando dai 302mila passeggeri del 2003 ai 548mila del 2013 e nella prossima stagione estiva 2014 tale dato è destinato a crescere vista l’istituzione di nuovi voli, come quello per Mostar, per altre capitali, e per la Russia, con un livello di classificazione come ‘sensibile’ in riferimento al grado di sicurezza”.