Il Pescara Calcio si trova nuovamente a dover affrontare le difficoltà legate all’indice di liquidità , il parametro introdotto nel 2015 dalla FIGC per monitorare la sostenibilità economica dei club. Questo indicatore misura il rapporto tra attività e passività correnti, e stabilisce se una società calcistica è in grado di rispettare gli impegni finanziari nel breve periodo. La verifica avviene due volte all’anno, a marzo e a settembre, ad opera della COVISOC. Nel caso in cui il valore risulti inferiore al limite imposto, che attualmente è fissato a 0,6, il club subisce delle limitazioni, come il blocco del mercato in entrata. Per il Pescara, che già da diverse stagioni fatica a mantenere una certa stabilità economica, questo parametro rappresenta un ostacolo difficile da superare.
L'indice di liquidità e il blocco del mercato
Il vincolo imposto dall’indice di liquidità condiziona in maniera diretta le strategie di mercato. Ogni acquisto, infatti, deve essere finanziato esclusivamente con i proventi derivanti dalle cessioni. Ciò significa che il club abruzzese, prima di poter rinforzare la rosa, deve sempre privarsi di alcuni dei suoi giocatori più appetibili.
Un problema che ha, ancora una volta, condizionato il mercato della società e di riflesso anche la competitività . Non a caso, sul web i bookmakers nuovi non indicano il Pescara tra i favoriti in Serie B. Tale meccanismo limita la libertà d’azione della dirigenza, costretta a pianificare le operazioni tenendo conto non solo delle esigenze tecniche, ma soprattutto della compatibilità con i vincoli economici. In assenza di cessioni rilevanti, le uniche alternative restanti sono le seguenti: un aumento di capitale da parte dei soci o le manovre di contenimento dei costi.
Il tema assume un peso ancora maggiore se si considera che l’indice di liquidità non è soltanto un requisito per operare sul mercato, ma anche una condizione necessaria per ottenere l’iscrizione al campionato. Senza il rispetto di questo parametro, la società rischia di non poter partecipare alle future competizioni nazionali, con conseguenze sportive ed economiche molto gravi. Per questo motivo il Pescara si trova costantemente sotto pressione, obbligato a bilanciare le necessità tecniche con quelle dei conti. La gestione quotidiana diventa quindi un esercizio a dir poco complesso, dove ogni scelta deve tenere conto delle ricadute finanziarie immediate.
Un approfondimento sull'indice di liquiditÃ
Il valore minimo fissato dalla FIGC, pari allo 0,6, implica che le voci in attivo a breve termine devono coprire almeno il 60% delle passività correnti. Si tratta di un livello considerato già basso, ma che per molti club - soprattutto in Serie C e in Serie B - continua a rappresentare un grosso ostacolo. Non a caso la Lega ha più volte avanzato la proposta di abbassare ulteriormente la soglia, ritenendo che il parametro attuale non rifletta appieno le difficoltà strutturali delle società calcistiche italiane. In attesa di eventuali modifiche, il Pescara è costretto a muoversi in un contesto rigido, dove la flessibilità finanziaria è ridotta al minimo.
L’alternativa rappresentata dall’aumento di capitale dipende dalla disponibilità e dalla volontà dei proprietari di immettere nuove risorse. Si parla di una soluzione che garantisce ossigeno alle casse, ma che non può essere considerata stabile nel lungo periodo. Ogni iniezione di liquidità , infatti, copre solo temporaneamente i problemi strutturali della gestione economica.