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Via della Bonifica, Barba: “Da arteria di traffico a corridoio ecologico”

Pubblichiamo integralmente il comunicato della consigliera comunale di Avs-Radici in Comune

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Via della Bonifica è un asse viario di circa 1 km particolarmente critico, per la sua funzione di arteria di ingresso e uscita dal centro urbano ma anche e forse soprattutto per il corto circuito funzionale dovuto alla sua struttura viabilistica e il contesto ambientale di prossimità della Riserva Dannunziana.

Tra le criticità vi sono sicuramente:

  • una sezione stradale sovradimensionata, con doppie corsie per senso di marcia, come fosse una superstrada;
  • l'assenza totale di spazi riservati alla mobilità ciclistica;
  • marciapiedi discontinui e poco fruibili;
  • nessun elemento di connessione ecologica visibile o funzionale con la Riserva adiacente.

Lungo il tratto di 600 metri a partire dalla zona universitaria e andando verso sud, nello spartitraffico centrale si sta verificando un evento naturale facilmente osservabile: la colonizzazione spontanea di centinaia di giovani pioppi bianchi (Populus alba), nati dai semi trasportati dal vento (disseminazione anemofila). Un "bosco lineare" improvvisato che ricorda, per forza rigenerativa, la disseminazione nelle aiuole stradali dei Pini d'Aleppo dopo l'incendio del 2021 all'interno della Riserva.

I 400 metri rimanenti, invece, quelli del tratto più a sud compreso tra i comparti 4 e 5 della Riserva che saranno riaccorpati, verranno quanto prima sottratti al traffico e inglobati nell'area protetta, con la rimozione dell'asfalto e la creazione di un percorso sentieristico. Un intervento che potrebbe rappresentare una vera ricucitura ecologica tra la città e l'area protetta.

Questa operazione potrebbe anche essere considerata una compensazione, certamente non sufficiente, della realizzazione del "Pendolo", quando nel 2021 sono stati infatti erosi 6.000 m² di superficie naturale della Riserva (600 metri per 10), oltre che aver reso "orfano" un piccolo popolamento di oltre 50 pini e querce dal comparto boschivi di appartenenza, senza che sia stato previsto un piano serio di mitigazione, preservazione o ripristino ecologico.

La rinascita di novellame di pioppi, tanto quanto significativa, è una testimonianza silenziosa: la natura è sempre pronta a riprendersi i suoi spazi. Cancellare questo popolamento significherebbe perdere un segnale prezioso e simbolico del potenziale ecologico dell'area. È il momento di cogliere questa occasione come un atto di compensazione ambientale reale, capace di ridisegnare il margine urbano con coerenza ecologica e paesaggistica.

Ecco alcune proposte per trasformare Via della Bonifica da asse di traffico a corridoio ecologico.

  • Riduzione della sezione stradale e istituzione permanente della Zona 30, in coerenza con altri interventi cittadini (es. Pendolo – Via Pantini).
  • Realizzazione di una pista ciclabile protetta, mono o bidirezionale, integrata paesaggisticamente e che colleghi la città agli accessi alla Riserva.
  • Valorizzazione del popolamento spontaneo di pioppo bianco con tecniche di forestazione urbana "soft" e gestione a basso impatto.
  • Creazione in sostanza di una greenway urbana che porti i servizi ecosistemici della Riserva – ombreggiamento, qualità dell'aria, fruizione lenta, biodiversità – dentro la città e in connessione con il futuro corridoio verde previsto per la nuova cittadella degli studi.
  • Progettazione sistemica, inserendo Via della Bonifica tra gli assi strategici di interconnessione verde, pensati come infrastrutture di adattamento climatico e mobilità dolce.
  • Gestione sostenibile delle acque meteoriche tramite soluzioni di drenaggio urbano e rain garden per la ricarica della falda e la riduzione del deflusso superficiale.

Si tratterebbe di un'occasione unica per correggere una logica puramente infrastrutturale che negli ultimi anni ha sottratto spazi vitali all'area protetta. Chiediamo pertanto che via della Bonifica diventi un vero asse verde di collegamento tra la città e la Riserva Dannunziana, un luogo di transizione tra città e natura, dove mobilità sostenibile e continuità ecologica possano convivere, attraverso  un corridoio di riconciliazione tra asfalto e bosco, tra infrastruttura e paesaggio.

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