Da circa un mese il piccolo borgo vestino piange la scomparsa di un personaggio storico conosciuto da tutti, Quintino Evangelista. Con il suo modo di essere, la sua fisicità e la presenza costante tra le vie del paese era un volto noto a tutti i cittadini di Penne, senza esclusioni di generi, età o pensieri politici.
Colori sgargianti, inusuale veicolo a motore e appartenenza politica erano le sue caratteristiche principali, a cui facevano seguito la sua natura amichevole, un gran cuore ed un carattere spesso spigoloso. Chi lo incontrava di rado o limitava la sua conoscenza ad un semplice saluto di circostanza lo vedeva sempre sorridente, in mezzo a persone differenti e spesso impegnato in lotte popolari in pubblica piazza. Chi lo frequentava, invece, ha avuto modo di conoscere tutte le sue sfaccettature, le passioni e le debolezze da cui derivavano i suoi comportamenti del quotidiano. Una persona particolare, di certo non si può negare, che a causa dei suoi problemi fisici ha sofferto sin dalla tenerà età ; gli stessi lo hanno portato a sviluppare un meccanismo di difesa che lo rendevano sospettoso nei confronti di chi non conosceva bene. Celava dietro un rigido muro la sua estrema sensibilità , da cui derivavano le sue perplessità nei confronti dei comportamenti esagerati, positivi o negativi che fossero, e l’intolleranza dei giudizi frivoli. Ma in realtà , per quanto potessero esser brusche le sue reazioni, si ravvedeva sempre l’istante successivo cercando di rimediare.
Quintino amava la compagnia e passava gran parte della giornata fuori casa, tra il viale di San Francesco e Piazza Luca da Penne, dove c’è costante movimento e ci si può confrontare con personalità differenti. Non faceva distinzioni di alcun genere e riusciva ad andare d’accordo con la tanta gente che lo circondava. Le sue amicizie erano molto solide e, le persone con cui condivideva un’amicizia sincera, ricordano con affetto le circostanze che le hanno portate ad avere un rapporto duraturo di fiducia. Oltre a loro, frequentava colleghi di partito, artisti e giovani da cui carpiva le differenti visioni della vita: confronti, scambi culturali, empatia e nuovi interessi lo spingevano ad organizzare serate a tema, cene ed eventi. Tutto questo lo aveva portato a destinare alla cultura una struttura di sua proprietà sita in vico Catena. Acquistata con lo scopo di renderla sede di partito, nel frattempo ha ospitato rappresentazioni teatrali, mercatini di vario genere e una scuola di musica. L’associazione culturale che forma giovani musicisti e cantanti era rimasta senza sede a seguito di problemi tecnici e burocratici e rischiava di chiudere, ma grazie a Quintino ciò non è avvenuto: negli ultimi mesi aveva concesso loro di svolgere tutti i corsi presso la struttura sita nel centro storico, dicendosi entusiasta di poter condividere ed apprendere un’ulteriore attività artistica a lui ignota.
La spiccata curiosità lo portava ad espandere le sue vedute, addentrarsi in discorsi tematici, spesso fin troppo complessi per lui, e ad acquistare un gran numero di libri. Ma tra le sue passioni più grandi c’erano gli animali, in particolar modo gli uccelli: nel corso degli anni ha posseduto una voliera con molti volatili e seguiva sempre documentari di settore in televisione. La sua creatività , invece, la esprimeva attraverso la pittura: tra i tanti quadri dipinti, molti li conservava a casa e stava cominciando ad organizzare una mostra con le sue opere che si sarebbe dovuta svolgere nel periodo natalizio. A supportarlo in questo percorso c’erano i suoi amici, con cui c’era uno scambio reciproco di aiuti e favori nel quotidiano, dalla più piccola mancanza di materiale tecnico (era fornitissimo di ogni strumento utile) al più grande inconveniente legato alle problematiche fisiche. Nonostante alcuni suoi limiti, infatti, chiedeva aiuto di rado e tendeva a fare da leva con gli altri, motivandoli ed agendo in primis mostrandosi come esempio.
Il suo attivismo politico era talmente forte da non fermarsi neanche davanti alle difficoltà e da esser riconosciuto anche dai vertici nazionali, che hanno partecipato spontaneamente al suo funerale. Un pensiero storico, molto critico nei confronti delle pecche della società moderna, ma anche un grande combattente per le giuste cause. Era sempre in prima linea quando si trattava di difendere i diritti umani, promotore di lotte a favore dei più deboli e difensore della giustizia e dell’equità . La sua operosità non aveva secondi fini e si rendeva disponibile agli altri senza chiedere nulla in cambio, cosa che invece temeva potessero fare con lui. La stessa struttura la concedeva a titolo gratuito e, adesso che non c’è più, sarebbe un peccato non mantenerne la destinazione d’uso che lui desiderava. Sarebbe significativo, invece, proseguire l’obiettivo di una sua mostra e approfittare dell’occasione per concedere a tutta la popolazione un ultimo saluto a Quintino, quello che tutti conoscevano.