Sit-in a Pescara nel corso della mattinata di oggi per chiedere giustizia e bonifica, dopo la sentenza nel processo per le discariche dei veleni di Bussi sul Tirino pronunciata dalla Corte d'Assise di Chieti.
Assoluzione per i 19 imputati, quasi tutti ex dirigenti Montedison, dal reato di avvelenamento delle acque e con prescrizione dell'altro reato contestato, il disastro colposo. La manifestazione è stata organizzata dalle associazioni ecologiste abruzzesi, Wwf e Legambiente, per chiedere il risanamento del sito di interesse nazionale in cui si raccoglie la più grande discarica chimica d’Europa.
“Ora più che mai è necessaria una presa di posizione forte di cittadini, associazioni, enti ed istituzioni” hanno affermato, e così hanno chiamato tutti a raccolta in piazza della Rinascita. "Ancora una volta, come accaduto in altre parti d'Italia, é stato accertato un disastro ambientale, ma non individuato il responsabile - ha commentato il consigliere nazionale del Wwf Dante Caserta - Le sentenze vanno rispettate, ma é grave vedere che nel nostro Paese i colpevoli di reati ambientali restano impuniti. Per questo chiediamo una riforma del codice penale con l'introduzione dei reati e crimini contro la natura".
L'auspicio, invece, per "un impegno della Regione e un suo ruolo decisivo sulla vicenda Bussi" è venuto dal presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marco. Per la Regione Abruzzo ha risposto l'assessore regionale all'Ambiente Mario Mazzocca, presente al sit-in. "Il disastro ambientale é stato accertato e per questo ora dobbiamo pensare ai passi successivi da fare come la bonifica del sito e l'azione civile per il risarcimento. Il presidente della Giunta d'Abruzzo Luciano D'Alfonso lo ha annunciato e, anche se è una strada difficile, vogliamo percorrerla".