Dopo le diverse manifestazioni destinate alle scuole, gli eventi del programma della 21esima edizione del “Premio Borsellino” si spostano, domani pomeriggio, 28 ottobre, nel Palazzo della Provincia di Pescara. Nella sala Figlia di Jorio, ad ingresso libero, si svolgeranno tre eventi con alcuni dei protagonisti del Premio.
Si inizia alle ore 17,00, con la presentazione del libro “Tragediatori” con l’autore
FRANCESCO FORGIONE, Presidente del 21° Premio Borsellino
Francesco Forgione, giornalista, già deputato siciliano e nazionale, è stato Presidente della Commissione parlamentare antimafia nella XV legislatura. Ha insegnato Sociologia delle organizzazioni criminali all’Università dell’Aquila. Nel 2016 ha coordinato il laboratorio «Le mafie negate, le mafie svelate» all’Università La Sapienza di Roma.
Si prosegue alle ore 18,30 con la presentazione del libro del libro “La città marcia” con l’autrice Bianca Stancanelli (giornalista, scrittrice).
Giornalista, la Stancanelli ha esordito nel quotidiano «L'Ora» di Palermo, occupandosi soprattutto di mafia e politica. Dal 1987 vive a Roma, dove è inviato speciale per il settimanale «Panorama». Ha pubblicato, con l'editore Marsilio, oltre a due volumi di racconti Cruderie (1996) e Morte di un servo (2000),Quindici innocenti terroristi (2006) e La vergogna e la fortuna (2011). Con A testa alta ha vinto l'Aquila d'oro al Premio Estense 2003.
Si finisce alle ore 19,30 con la presentazione del libro “Storia dell’Italia mafiosa” con l’autore, on. Isaia Sales.
Il racconto dell’Italia mafiosa rappresenta un'importante innovazione nello studio e nell'analisi dei fenomeni mafiosi in Italia. Per la prima volta viene ricostruita in maniera unitaria la storia della mafia, della 'ndrangheta e della camorra dalla nascita nel Mezzogiorno borbonico, allo sviluppo nell'Italia post unitaria, al definitivo affermarsi in età repubblicana, fino ai nostri giorni. Si è dinanzi ad un grande affresco storico che individua le ragioni di fondo di un modello criminale il cui successo dura ininterrottamente da duecento anni. Il volume rappresenta inoltre il contributo più significativo al superamento delle interpretazioni dominanti delle mafie come frutto esclusivo del Mezzogiorno, della sua arretratezza economica e sociale, di una cultura omertosa e complice. Isaia Sales dimostra come quel racconto, pressoché immutato da due secoli, continui a costituire un formidabile ostacolo alla comprensione delle mafie e a rappresentare, nella migliore delle ipotesi, un colossale abbaglio.