Ha aperto i battenti, in data odierna, l’atteso Festival della Letteratura del Brivido “Pescara a Luci Gialle”, a cura del Rotary Club Pescara Nord.
Fin dalle prime ore della mattina, presso l’Aula Rossa dell’Università G. D’Annunzio, in Viale Pindaro, dopo i saluti di rito da parte delle autorità, hanno avuto inizio i primi interessanti dibattiti. Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti all’interno del Museo Vittoria Colonna di Via Antonio Gramsci.
Alle ore 17, l’Avvocato Carmine Ciofani, Presidente del Rotary Club locale, dopo aver auspicato che quello di quest’anno sia solo il primo di una lunga serie a cadenza annuale, ha condotto “L’arte di scomparire. Il mistero di Federico Caffè”, chiaramente dedicato al grande economista pescarese, che il 15 aprile 1987 fece perdere ogni traccia di sé. Mistero nel mistero, a fare da cornice a questo pomeriggio “giallo”, un’ulteriore scomparsa, quella di uno dei due ospiti previsti, il saggista Giacomo D’Angelo, che si è reso irreperibile. Sullo sfondo si è vociferato di una qualche polemica nei confronti dell’organizzazione, ma senza certezze in merito. Al Prof. Ugo Perolino, quindi, l’onore e l’onere di raccontare ai presenti quest’oscura vicenda che da decenni appassiona e coinvolge. Il libro che più di ogni altro, a suo dire, è forse riuscito a ricostruire al meglio, tanto la vicenda, quanto la personalità dell’economista pescarese, è stato certamente “La solitudine di Federico Caffè” di Ermanno Rea, che ha raccontato della depressione che ormai lo aveva colpito. Egli aveva già da qualche tempo esaurito il suo percorso professionale e quindi l’ipotesi di un allontanamento volontario è senz’altro plausibile. Fra gli interventi del pubblico, da segnalare quello di un ex allievo di Caffè, Silvestro Profico, dell’Associazione Tito Acerbo, che ha rilevato la scarsa attenzione della città nei confronti di uno dei suoi figli più illustri. Non è la sua sparizione, l’avvenimento più rilevante della sua esistenza, piuttosto il lascito umano e professionale che la sua intera esistenza ha donato.
Di seguito l’avvenimento forse più atteso di questa prima giornata, l’incontro con Luigi Savina, Vice Capo della Polizia di Stato, che insieme a due scrittori del calibro di Angela Capobianchi ed Enzo Verrengia, ha ripercorso, grazie anche al prezioso supporto d’immagini e commenti a cura del cinefilo Pino Bruni, “Il metodo investigativo da Sherlock Holmes a CSI”. Abruzzese d’origine, si è immediatamente rallegrato per la scelta di organizzare proprio a Pescara questo genere di evento. Mai banali, ma sempre puntuali ed efficaci, i suoi interventi hanno aiutato a ripercorrere le evoluzioni delle metodologie investigative nel corso della Storia, proiettandosi addirittura verso un futuro già … presente: citando il celebre film di Steven Spielberg del 2002, Minority Report, con Tom Cruise, tratto da un romanzo di Philip K. Dick, ha descritto con dovizia di particolari alcuni nuovi metodi investigativi, che hanno lo scopo, proprio come nella citata pellicola, di prevenire i crimini, piuttosto che arrestare i colpevoli dopo i delitti. L’incrocio di una moltitudine di dati, ben elaborati, può fornire algoritmi e quant’altro necessita per prevenire, insomma “… il futuro – ha affermato Savina, tra il serio e il faceto, al termine del dibattito – sarà quello di non far più scrivere i gialli, perché i delitti saranno anticipati …”.
Di seguito si sono succeduti, come da programma, gli altri incontri. Il Festival proseguirà fino a domenica 7 maggio, con conclusione sempre al Museo Vittoria Colonna, nella tarda mattinata.