Sembra un miracolo ciò a cui ha assistito la popolazione vestina accorsa ieri sera presso la chiesa Santa Maria del Carmelo a Penne, dove l’attendeva uno spettacolo unico: l’organo a canne, abbandonato da diversi anni, è tornato a suonare. Lo splendido strumento antico, alla cui visione erano abituati tutti i fedeli della parrocchia, era fermo da talmente tanto tempo da suscitare stupore in tutti quelli che ne hanno udito il suono rinnovato. Grazie al Gruppo FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Penne e al maestro Lorenzo Fragassi, questa data rimarrà impressa negli annali del paese per via dell’importante avvenimento storico.
Il 24 e 25 marzo scorsi sono stati i due giorni che il FAI ha dedicato alle iniziative culturali primaverili nell’intero territorio nazionale. Il piccolo borgo abruzzese ha accolto la proposta con piacere e, per l’edizione 2018, ha rivolto l’attenzione ai numerosi conventi che possiede dentro e fuori le mura, in cui per molti di essi è stato possibile approfittare di visite guidate all’interno. La famosa città del mattone è già nota per gli importanti palazzi storici ancora ben conservati, ma possiede anche molte altre ricchezze, la cui esistenza è ignota fintanto ai pennesi e, a causa di ciò e dell’incuria, rischiano di rimanere oscurate per sempre e perire in breve tempo. Il gruppo di giovani appassionati, però, è riuscito a riportare in vita un altro cimelio storico, e questa volta è toccato all’organo del 1782, pezzo unico dell’organaro Adriano Fedri (discendente della dinastia dei Fedeli della Rocchetta di Camerino). Grazie alla maestria dell’organista e restauratore Fragassi, si è riusciti a tornare indietro negli anni ed ascoltare dei suoni ormai dimenticati. Per l’occasione ha eseguito "Aria detto balletto" di Girolamo Frescobaldi, “4 sonate per organo” di Gaetano Valerj e “Sonata in do per organo” di Luigi Vecchiotti. Al suo fianco anche il coro polifonico Musici Cantores guidato dal direttore Clara Capacchione, che è stato impegnato con “Santo” (da "Lascia ch'io pianga" di G.F.Handel), “Ave Maria” (da "Nuovo cinema Paradiso" di E. Morricone) e “Tollite Hostias” di C. Saint-Saëns.
L’organo a canne, costruito appositamente per la celebrazione delle messe nella chiesa Santa Maria del Carmelo di Penne, ha allietato la vista di chiunque si avventurasse all’interno ed è sempre stato un gran vanto per i pennesi. Nonostante ciò, gli anni, le calamità naturali e un pizzico di indifferenza, lo avevano privato della sua raison d'être. Il maestro restauratore ha impiegato circa 2 mesi per farlo tornare a splendere e rendergli la sua principale utilità, non senza difficoltà e imprevisti. Lo strumento, infatti, oltre ad una grande quantità di polvere, presentava danni di vario genere, tra cui alcuni dovuti all’intervento di animali. Alla fine, si è riusciti a scoprire che sono presenti in totale 513 canne (di cui 495 in metallo e 18 in legno) distribuite su 13 registri, più due accessori formati da un cucù con zampogna ed un’uccelliera. Tra le varie particolarità a riprova della sua esclusività c’è il cartiglio manoscritto “Ego Adrianus Fedri fec:t An:o Dom:no 1782” (in foto).
Durante la serata, oltre al breve ma piacevole concerto, Lorenzo Fragassi ha regalato piccole perle in merito la costruzione dell’organo e le scoperte fatte durante il restauro. Un evento tanto insolito quanto atteso, che è riuscito a colmare la chiesa del Carmine e ad entusiasmare l’intero pubblico presente. Oltre al sindaco Mario Semproni e una delegazione dell’amministrazione comunale, anche l’ex parroco locale don Antonio ha voluto presenziare alla manifestazione. I fortunati hanno potuto assistere ad un’esecuzione eccellente, che ha visto superare egregiamente e con rapidità l’unico intoppo legato ad un “capriccio” dello strumento appena resuscitato. Nulla da eccepire insomma, tranne il desiderio e la richiesta (forse vana) che l’organo continui a regalare emozioni anche in futuro, soprattutto in vista delle prossime festività pasquali.