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Caccia al Covid latente

Dopo la pandemia il Covid diventa endemico il virologo P. Fazi parla delle varianti e dell’importanza della vaccinazione

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Incontro interessante e partecipato quello di venerdì 8 ottobre, presso l’Officina del Gusto dell’Istituto Alberghiero Ipssar De Cecco di Pescara con il virologo Paolo Fazii, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale civile di Pescara, dal tema: Caccia al Covid latente, Diagnostica virologica per sconfiggere la pandemia.

Già il dott. Fazio fu ospite della scuola lo scorso anno per parlare dell’importanza della prevenzione ed oggi, dopo un anno di pandemia con una conta di 130mila morti, e delle conseguenze che il virus porta e come ancora bisogna prestare attenzione per evitare un nuovo dilagarsi dell’infezione.

Il dott. Fazio ha parlato di quanto è successo e di come il virus è riuscito ad esplodere creando molte difficoltà in tutta la popolazione mondiale. Ma proprio gli altri Stati, come ha raccontato, hanno creato grosse sacche di pandemia non attuando un sano cordone medico per arginarne la propagazione.

Oggi, grazie anche all’uso del vaccino, in Italia la pandemia si sta trasformando in endemia, cioè una presenza ancora del virus, ma con una capacità, da parte della medicina nazionale, di capire come si evolve l’infezione con le varianti e quali sono le possibilità e le azioni da mettere in atto per arginarla. Il vero grande problema sono quei Paesi nel mondo dove la popolazione è stata lasciata andare alla deriva con mancanza di igiene e non somministrando il vaccino sia per la carenza di mezzi economici sia per la mancanza di empatia con la popolazione più povera.

Il virus varia, ha detto il dott. Fazio, proprio perché trova ospitalità e riesce a prolificare in quelle popolazioni deboli che lo ospitano. Sono proprio le sacche di popolazione come quella di alcuni parti dell’Africa che sono pericolose perché la povertà ed il disinteresse anche delle altre Nazioni ha di fatto lasciato le persone alla mercè del virus.

La decisone degli Stati ricchi di fornire queste popolazioni dei necessari vaccini, anche se arriva con ritardo, sicuramente sarà un grosso aiuto alla risoluzione della situazione esistente.

Al dott. Fazio, sia da parte dei ragazzi presenti sia da altre persone presenti nel pubblico, sono state poste domande sulla necessità ancora esistente di stare attenti anche se, come indicato dal Governo italiano, a breve tutte le strutture potranno a lavorare normalmente. Una delle domande poste è la necessità del vaccino e di come sia possibile che alcune persone si rifiutino di farlo quando invece aderiscono alla campagna vaccinale per portare i figli a scuola. I movimenti di questo genere sono solo lo specchio di una manifestazione di ignoranza nell’informazione ed è proprio la sanità pubblica e la scuola che possono attraverso l’informazione ovviare a questo problema.  

A parlare della situazione creata dalla pandemia nella scuola anche il prof. Don Antonio De Grandis, insegnante di diritto ed economia e referente per l’emergenza Covid-19, e di quanto la scuola stessa ha fatto per favorire la salubrità sia durante i momenti più critici sia ancora oggi con un’attenta rilevazione quotidiana di eventuali persone con problemi di infezione. La situazione è pesante perché bisogna cominciare dalla mattina presto, con la temperatura e la verifica dei green pass, fino all’uscita dei ragazzi con la sanificazione degli ambienti.

La dirigente Alessandra Di Pietro ha anche auspicato una sempre maggiore efficacia ed efficienza del vaccino anche con la somministrazione della terza dose ed il dott. Fazio ne ha ribadito la necessità sempre con l’obiettivo di debellare il virus che sarà presente ancora per molto tempo. La pandemia del 1917 è durata tre anni e poi si è risolta perché la popolazione mondiale non si spostava e quindi il virus non trovava modo di variare, oggi, invece, proprio la grande mobilità di persone e mezzi favorisce la trasmissione e la mutazione.

La dott. Soldato Gabriella, dell’Unità Operativa Complessa Igiene Epidemiologica e Sanità Pubblica, ha chiarito quanto le eventuali allergie dei pazienti, a cui è stato somministrato il vaccino, non hanno creato problemi con shock anafilattici né tantomeno con altre evidenti conseguenze.

Interessante l’intervento del dott. Mariusz Szymanski che ha parlato di quanto sia stato importante effettuare i tamponi molecolari bene per non creare disagi nella popolazione.

Anna Maria Di Rita, ha voluto raccontare dell’importanza che ha avuto la Protezione Civile, della quale lei ne è una volontaria, che nella struttura di via Tirino a Pescara, è stata un’eccellenza per la capacità di gestire le vaccinazioni con professionalità ed empatia.

Presenti all’incontro la professoressa Rosa De Fabritiis, referente dello Sportello CIC, Daniela Puglisi, referente ufficio scolastico provinciale, i ragazzi delle classi 5^A accoglienza e 4^ Sala C.

 

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