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25 Novembre: Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le Donne

Le ideatrici dell'iniziativa "Universo Donna - voci dall'anima femminile" ci raccontano il loro punto di vista

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Oggi, 25 Novembre, come ogni anno, ma solo dal 2005 anche nel nostro paese, si celebra in tutto il mondo, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Fra le tante iniziative promosse in questi giorni, abbiamo scelto di rilevare quella che avrà luogo il prossimo sabato 28 Novembre presso il Circolo Arci Babilonia di Via Campobasso a Pescara. Qui, dalle ore 21, grazie anche al Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara, l’incontro “Universo Donna – voci dall’anima femminile”, organizzato dalla scrittrice Lucia Guida, dalla poetessa Maria Grazia Di Biagio e dalla psicologa Chiara Mastrantonio, sarà animato anche dalla collaborazione della pittrice Vilma Maiocco e dalla maestra di danze orientali Ludovica Lufino.

Abbiamo incontrato le tre ideatrici dell’evento per conoscere il loro pensiero in merito a questo drammatico problema che, nonostante sia spesso oggetto di discussioni e progetti, appare ben lontano dal trovare una giusta soluzione.

Lucia Guida, dal punto di vista di chi, come te, utilizza “l’arma” del racconto e della lettura come principale veicolo di comunicazione, cosa pensi si possa fare, in termini di prevenzione, per cercare di ridurre questo fenomeno?

Leggere e scrivere sono mezzi di comunicazione importantissimi, in grado di rivoluzionare la visione e la prospettiva di un essere umano. Possono entrambi contribuire alla crescita personale di ciascuno di noi. Un buon libro può aprirci la mente. Anche una semplice pagina di diario (per chi utilizza la scrittura come forma di meditazione attraverso cui sia possibile mettere nero su bianco i pensieri più profondi) può aiutarci a mettere a fuoco un problema. Ben vengano le opere dedicate alla sensibilizzazione di questa problematica, proposte come spunto di riflessione. La Cultura può fare moltissimo, veicolando buone idee e aiutando a fare prevenzione. Risvegliando le coscienze e cercando di sradicare stereotipi culturali ben incernierati nella nostra società odierna. Non va, però, lasciata da sola. Come docente e come madre, oltre che come autrice, sono convinta assertrice di quanto fare rete, in sinergia con le istituzioni, sia fondamentale. La buona teoria senza buone pratiche non ha molto senso.

A Maria Grazia Di Biagio, che in quanto poetessa conosce molto bene l’intimità dell’animo femminile, chiediamo invece se secondo te le Donne hanno oggi maggiore coraggio a denunciare episodi di violenza?

Ti ringrazio per questa domanda così ben mirata che mi permette, innanzitutto, di sfatare un luogo comune sui poeti.

I più sono portati a credere che chi scriva poesia, in particolare se questi è una donna, sia un soggetto affetto da sentimentalismo cronico, una creatura molto poco concreta tutta fremiti e sdilinquimenti. In realtà fare poesia richiede una dose elevata di raziocinio, obiettività, spirito di osservazione e, non ultimo, coraggio. Il poeta deve essere speleologo per addentrarsi nei meandri del proprio essere e analizzarlo con rigore scientifico. Farsi cavia di se stesso e tirar fuori l’oggettivo dal soggettivo. Solo in questo modo potrà conoscere l’altro e far sì che l’altro si riconosca.

Hai ragione, in quanto donna e “speleologa” conosco abbastanza bene l’animo femminile, le sue contraddizioni, tutta la forza e le fragilità che lo abitano e purtroppo sono convinta che, nonostante siano molte le donne che oggi decidono di denunciare violenze fisiche o psicologiche, siano altrettanto numerose coloro che tacciono e continuano a subire, per vergogna, per paura o peggio, perché credono che quello che stanno vivendo sia una forma di amore.

Non m’illudo di risolvere il problema con qualche verso, magari fosse così semplice! Ma se quel poco che cerco di fare servirà acché anche una sola donna prenda coscienza della propria condizione e trovi la forza di riscattare la propria dignità, ne sarà valsa la pena.

All’evento di sabato sera quelle donne di cui parliamo non saranno presenti, non vedremo volti tumefatti né mogli o fidanzate annichilite dallo sguardo giudicante dei compagni, ma è importante che arrivi loro il messaggio che non sono sole. Perciò non sai quanto sia grata a te e alla redazione di PescaraNews per questo spazio. Qualcuna di loro forse leggerà quest’articolo, troverà la forza di reagire e magari, il prossimo anno sarà con noi per dirci che ce l’ha fatta.

Per Chiara Mastrantonio, psicoterapeuta formatasi dal punto di vista universitario e lavorativo in una città, così profondamente colpita al cuore come L’Aquila, il tema della violenza è sicuramente oggetto quotidiano d’impegno lavorativo e personale. Sono più le Donne giovani o quelle mature a subire violenze e cosa si può fare per sensibilizzare gli uomini a questo problema?

Il fenomeno della violenza di genere mi sta a cuore da tanto tempo, ancor prima di formarmi come psicoterapeuta ho sempre preso parte alle campagne di sensibilizzazione in merito.

In ambito professionale mi trovo purtroppo spesso a confrontarmi con quanto succede tra le mura di una casa in cui vive una famiglia apparentemente "normale", il fenomeno della violenza si manifesta spesso in maniera silente e le donne stesse, hanno difficoltà a riconoscere di essere finite nel circolo della violenza soprattutto quando si tratta della tipologia psicologica caratterizzata da minacce, discriminazioni, lesioni costanti all'autostima della donna che nel tempo si ritrova a provare un profondo disagio oltre a percepirsi come non meritevole di amore e stima. Nel dopo sisma a L'Aquila sono state messe in atto importanti campagne non solo di sensibilizzazione, ma anche offerte opportunità d riferimento per tutte coloro che si riconoscessero vittime di violenza: un Centro Antiviolenza sempre attivo nonostante i disagi della mancanza di sede, inoltre la Polizia di Stato nello scorso anno ha attivato un Camper Antiviolenza che ha girato per tutti i quartieri e le cosiddette News Town; io stessa come promotrice insieme con altre professioniste di un progetto dal nome " L'Aquila città per le donne" ho aderito con passione alla campagna di sensibilizzazione promossa dalla Polizia di Stato che si è conclusa con l'istituzione di una "Stanza rosa" nominata Sala Erica, volta ad accogliere in modalità protetta, le denunce delle donne vittime di violenza.

L'elemento importante da sottolineare è che la violenza non ha età né classe sociale, non ha stereotipi legati a dipendenze particolari, ma è un fenomeno trasversale.
L'unica via di prevenzione è la conoscenza del fenomeno in tutte le sue sfumature, perché se può sembrare facile riconoscere il segno di una ferita sul corpo, quella dell'anima è più sottile, per questo è importante rivolgersi a un professionista che possa aiutare a uscire dal circolo vizioso.

Inoltre credo sia necessaria una rivoluzione culturale che esca dagli stereotipi di genere e le dinamiche di potere e di prevaricazione che spesso si ritrova negli uomini che agiscono violenza. La vera rivoluzione parte dall'educazione e dalla cultura, ricordando che dove c'è violenza non c'è amore.

Un’ultima domanda, come avete preparato l’evento e quale sarà lo svolgimento della serata?

Lucia: Ciascuna di noi presenterà la sua proposta di riflessione attraverso il canale comunicativo che le è più affine. Io partirò da un testo scritto qualche anno fa in occasione di un reading di prosa, un racconto breve che narra a posteriori una storia di femminicidio. Nessun tono cruento o sopra le righe. La semplice narrazione di una storia d’amore che s’involve e diventa morte, perdita, non vita. Ci aspettiamo che le nostre provocazioni a 360° tocchino il pubblico e lo spingano a intervenire, partecipando alla serata in modo attivo, empatico.

Maria Grazia: Siamo state subito tutte concordi sul non voler shockare il pubblico con qualcosa di forte. Sarà una serata di sensibilizzazione sì, ma che intende celebrare la bellezza e la forza creativa e creatrice del femminile attraverso le diverse forme d’arte.

Alle pareti del Babilonia saranno esposti alcuni splendidi dipinti di Vilma Maiocco, la nostra Chiara Mastrantonio ci fornirà una preziosa lettura psicologica su quanto accade nell’animo di una donna vittima di violenza, avremo modo di apprendere il linguaggio armonico di corpo e spirito attraverso le danze orientali di Ludovica Lufino, Lucia Guida darà voce a una vittima di violenza con l’eleganza e il tocco delicato che contraddistinguono la sua scrittura, io ho scelto di leggere i versi di alcune poetesse del novecento che trovo particolarmente significativi e adatti alla serata, e anche qualcosa di mio.

 

 

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