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Abner Marzi, artista figurativo abruzzese, ci racconta la sua esperienza nel mondo dell'arte

Passioni, esperienze e obiettivi dell'artista in esposizione presso la galleria The Urban Box

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“Continuare a lavorare per i ragazzi, per le persone più giovani di me che si affacciano al mondo dell’arte con entusiasmo e senza secondi fini, questo è il mio obiettivo attuale“.

Così si conclude l’intervista ad Abner Marzi artista figurativo abruzzese di 58 anni, in esposizione presso la galleria d’arte di Pescara T.U.B. – The Urban Box, ma è anche così che inizia cioè dalla mia passione e curiosità per l’arte, essendo il gallerista che ospita l’esposizione e allo stesso momento un “novizio” di questo mondo avendo appena 24 anni, ho riscontrato nelle parole dell’artista grande saggezza ed esperienza, così è nata l’idea di quest’intervista.

Abner il tuo realismo è spesso “interrotto” da elementi di contrasto, come mai?

Secondo me non tutto è chiaro non tutto è liscio nella vita per cui il contrasto può essere interpretato come un imprevisto.

Con il nostro gruppo portiamo aventi una vera e propria battaglia contro il sistema corrotto dell’arte. Cosa ne pensi tu di questo mondo?

Sono perfettamente d’accordo con questa visione del mondo dell’arte che è completamente corrotta e inquinata come tutti gli altri settori dell’economia, per cui ci vuole veramente una grande fiducia e una grande dose di ottimismo nel poter andare avanti e nel lottare contro questo muro di gomma che respinge qualsiasi artista che non sia già agganciato a gruppi lobby, gallerie o agenti forti, quindi espone chi già espone, guadagna chi già guadagna e sta nel giro. Invece per quelli che vogliono entrare e che vogliono vendere e che vogliono fare mostre diventa tutto molto difficile perché ormai il cerchio è chiuso, almeno in Italia il cerchio è chioso e non c’è più spazio.

Quali sono state le tue esperienze, che ti hanno portato a credere questo?

Le mie esperienze sono state consolidate nel corso di tanti anni, mi hanno rubato quadri a Roma, Milano e Innsbruck, rubato nel senso che io ho fatto le mostre 20 tele e alla fine ne ho riportate a casa 18 le altre due non so che fine hanno fatto. Oppure problemi interni alle gallerie o tra i soci che litigano e si scontrano utilizzando i miei quadri per copertura e pagamenti di debiti e poi in tasca a me non è venuto mai niente”. Ribadisce l’artista :” galleristi che non mi hanno restituito i quadri, quindi le esperienze sono queste, per cui ora ho rinunciato a fare mostre  dove vengo invitato in gallerie più o meno famose o più o meno accreditate,  mi piace lavorare con chi dico io, anche cose piccole semplici genuine e spontanee, ma soprattutto tra persone oneste.

Qual è il tuo rapporto con l’arte?

Il mio rapporto con l’arte è ormai imprescindibile, insomma io non ne posso fare a meno di dipingere e di sentire la musica e di suonare anche, per cui  suono da cinquant’anni il pianoforte, dipingo da trentotto-trentanove anni, sono queste passioni che credo mi accompagneranno fino alla fine.

Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?

Naturalmente senza nessuna forzatura, senza nessun artificio e senza nessuna situazione precostituita, mi ci sono avvicinato naturalmente perché mi è naturale interessarmi di certe cose, musica e arti visive sono le due grandi passioni che mi hanno guidato da sempre e tra queste metto anche la fotografia, anche se non so fotografare però  mi piace molto la fotografia, e a modo mio faccio le foto.

Sei un auto didatta o c’è stata una formazione scolastica?

No,  l’unica formazione che c’è stata è nel pianoforte, ho fatto 6 anni di lezione quando facevo le elementari e le medie, ho smesso in terza media perché non mi piaceva andare a lezione e dalla terza media ad oggi che parlo  ed ho 58 anni ho suonato tutti i giorni della mia vita sempre, in tutte le latitudini. Ho suonato a Sydney ho suonato a Bologna durante l’università, ho suonato il pianoforte a Central Park, nel più famoso ostello di New York, tutte le sere mi sedevo e suonavo nella hall dell’ostello, e poi suono tutti i giorni purchè non vada a lezione. Per quanto riguarda la pittura non ho mai chiesto niente a nessuno.

L’accezione artista ti piace, te la sei data o te l’hanno data?

Ridendo risponde: Me l’hanno data ma non è che ci tengo granché, anche perché in Italia l’artista è un dispregiativo non è guardato con un occhio positivo, l’artista è quello che non fa niente, solo in Italia questo, nei paesi anglosassoni l’artista è considerato importante come un avvocato un medico o un ingegnere una qualsiasi persona brava professionalmente e onesta. Solo in Italia ti chiedono i quadri gratis, ti chiedono scarabocchi gratis, perché tanto cosa ti costa, tu non fai niente dalla mattina alla sera, non ti costa niente,  questa è l’Italia becera ed ignorante. Così sentenzia Abner :” Quindi artista in Italia secondo me è offensivo, nelle altre parti del mondo può essere il massimo, in Italia può essere offensivo.

Secondo te in Italia c’è ancora spazio per nuovi artisti?

Molto poco, qualcosa si sta muovendo però siamo ancora molto dietro rispetto al resto d’Europa e del mondo. L’arte contemporanea in Italia non esiste, rispetto agli altri paesi europei e agli Stati Uniti, Roma per l’arte contemporanea è come un paesino, una città così stupenda ma così schiacciata dal Vaticano dalla chiesa e dalla religione cristiana che creano come una cappa di piombo su questa città che non riesce mai ad evolversi culturalmente. Parlo soprattutto nei confronti di città come Berlino, Parigi, Londra.

Consigli per chi volesse intraprendere questa “carriera”?

Non farsi troppe illusioni, parlo sinceramente, soprattutto sotto l’aspetto economico, perché soddisfazioni sotto questo aspetto sono molto difficili, consiglio di entrare in un giro di persone che contano, amicizie altolocate o qualche studio di architettura o di design, però a Pescara vedo poche opportunità.

Quindi è ancora vero il mito dell’artista squattrinato?

Si assolutamente almeno qui si, io sono squattrinato.

Viste le nuove forme di comunicazione, il mondo dell’arte è andato crescendo. Ma realmente si sono create nuove opportunità ?

Allora, l’uso dei social network ha facilitato la conoscenza e la divulgazione delle attività di associazioni culturali e di artisti, quindi è meglio di prima, però le lobby e le gallerie che fanno protezionismo ci sono sempre, gli artisti sono sempre gelosi l’uno dell’altro e gli agenti e i galleristi si fanno sempre la guerra quindi diciamo che per un ragazzo ingenuo che gli piace solo dipingere o disegnare è difficile riuscire a capire questo mondo di sciacalli e di coccodrilli. Perché non è cambiato niente insomma, sicuramente i social network hanno facilitato la divulgazione delle notizie e delle immagini però alla fine gli squali rimangono gli squali e gli sciacalli rimangono gli sciacalli e l’artista che non è ne uno squalo ne uno sciacallo ma è un anima pura e ingenua, alla fine è l’ultima ruota del carro.

Il livello artistico attuale come lo giudicheresti?

Qualcosa di meglio si vede in giro, sicuramente c’è più possibilità di far vedere quello che si fa, per cui il numero degli artisti è aumentato. Probabilmente anche l’offerta è migliorata dal punto di vista qualitativo.

Progetti o idee per il futuro?

Continuare a lavorare per i ragazzi, per le persone più giovani di me che si affacciano al mondo dell’arte con entusiasmo e senza secondi fini, questo è il mio obbiettivo attuale.

Ringrazio Abner Marzi per la gentilezza e la disponibilità nell’avermi concesso quest’intervista, che come prima cosa è servita a me per capire ancora meglio il mondo in cui lavoro e vorrei crescere, ma soprattutto spero sia utile per tutti coloro che vogliano intraprendere la dura vita dell’artista.

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