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Petrelli: "A Pescara 350 cittadini sono positivi al Covid in isolamento domiciliare"

Parla il Presidente della Commissione Ambiente

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“Sono 350 attualmente i cittadini Covid-positivi che stanno vivendo la propria malattia in isolamento domiciliare a Pescara e che usufruiscono del servizio dedicato di raccolta dei rifiuti indifferenziata svolto da Ambiente Spa. Un numero che ha già raggiunto i dati del mese di marzo, ovvero della prima ondata della pandemia, e che, temiamo, sia destinato a crescere visto l’aumento quotidiano dei malati. A tal punto che la società Ambiente ha già predisposto, dalla prossima settimana, il potenziamento del servizio, passando da un’unica raccolta del pattume a settimana, il venerdì, ad almeno due raccolte settimanali, il martedì e il venerdì. Va però meglio organizzato il servizio del conferimento cercando di capire come supportare il soggetto Covid-positivo per il ritiro del suo pattume potenzialmente contaminato direttamente sul pianerottolo del suo appartamento, nel caso abiti in un condominio, piuttosto che imporgli di depositare lo stesso in strada come accade oggi, di fatto costringendolo a uscire di casa, procedura che a questo punto cercheremo di rivedere e rimodulare con il supporto del servizio di Protezione civile”.

Lo ha ufficializzato il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli ufficializzando l’esito della riunione svoltasi alla presenza del Responsabile di Ambiente Spa Massimo Del Bianco.

“La seconda ondata della pandemia ci impone di fare un punto circa l’organizzazione di tutti i servizi cittadini che ruotano attorno a coloro che hanno la sfortuna di ammalarsi e che vanno aiutati, supportati e sostenuti nella battaglia contro un virus brutto e subdolo – ha sottolineato il Presidente Petrelli -. E uno di quei servizi essenziali è la raccolta dei rifiuti dei soggetti Covid-positivi che richiede una procedura ben precisa, collaudata già durante la prima ondata del coronavirus, ovvero: quando la Asl comunica al Comune i nominativi dei cittadini positivi al virus posti in quarantena domiciliare, lo stesso Comune gira le utenze ad Ambiente che deve mettersi in contatto con quei cittadini per consegnare loro un kit utile per effettuare, da quel momento in poi, la raccolta indifferenziata dei rifiuti domestici, ovvero un sacco nero grande con all’interno altri sacchi neri grandi con pallini rossi e lo scotch per sigillare, ogni volta, le doppie buste. Come ha riferito l’ingegner Del Bianco, dopo la prima ondata del coronavirus, nel mese di agosto il servizio è filato senza intoppi, visto che i positivi in isolamento a casa erano pochi, appena due o tre e si trattava di ritirare circa 3 o 4 chili di pattume indifferenziato a settimana. Oggi la situazione è ben diversa: parliamo di ben 350 Covid-positivi posti in isolamento domiciliare, persone che non hanno fortunatamente bisogno del ricovero ospedaliero, e trascorrono la malattia nel proprio appartamento, un dato che in media subisce un’oscillazione quotidiana con l’aggiunta di almeno 30 cittadini al giorno e l’esclusione di 15 utenti che diventano negativi e non hanno più bisogno del servizio. Il primo problema che si pone ad Ambiente è, solitamente, la difficoltà nel rintracciare tali pazienti domiciliari perché la Asl magari non comunica i recapiti telefonici o i numeri forniti sono errati o magari perché sui citofoni delle case non ci sono i nomi. Una volta consegnato il kit con le istruzioni, il Protocollo dell’Istituto Superiore di Sanità prevede che il malato Covid in isolamento domiciliare possa comunque portare personalmente la propria spazzatura dentro i cassonetti condominiali o stradali; Ambiente Spa ha comunque rimodulato tale procedura, consentendo al Covid-positivo di lasciare il proprio sacco dei rifiuti fuori dal portone condominiale al piano della strada, ma non può permettere ai propri operatori di salire fin sul pianerottolo per il ritiro domiciliare con il rischio che il netturbino si infetti. Tuttavia è evidente – ha aggiunto il Presidente Petrelli – che, come ha fatto rilevare tutta la Commissione, la procedura di protocollo dell’ISS è incredibilmente lacunosa e contraddittoria perché, da un lato si dice al Covid-positivo di non uscire di casa per non diffondere il contagio, dall’altro però lo si costringe a uscire di casa per gettare i propri rifiuti, permettendogli quindi di toccare e respirare in un ascensore condominiale liberando i famosi droplet infetti, di toccare il passamano di una scala, la maniglia di un portone comune, di incontrare vicini di casa, ovvero di diffondere, appunto, il contagio. Ed è allora evidente che tale procedura vada rivista: certamente nessuno intende ordinare ad Ambiente Spa di esporre al rischio di contagio i propri dipendenti, ma comunque va individuato un Organismo specializzato che, con l’adozione di tutte le misure di cautela anti-contagio, quindi indossando tutti i dispositivi di protezione, dalle tute alle mascherine, guanti e visiere, possa essere di aiuto ai malati affrancandoli dal dover uscire di casa per gettare la busta dei rifiuti, provvedendo al ritiro sul pianerottolo di casa, eliminando anche qualunque ipotesi di contagio per tutti gli altri condomini. In più – ha aggiunto il Presidente Petrelli -: sino a oggi, una raccolta settimanale del pattume contaminato produce 8 quintali a settimana di rifiuti, una quantità enorme che sta mettendo a dura prova anche Ambiente che ha deciso di raddoppiare il servizio dalla prossima settimana, istituendo il servizio di ritiro del pattume il martedì e il venerdì, peraltro evitando anche che i cittadini debbano stipare per una settimana i propri rifiuti magari su un balcone o, peggio, dentro casa”.

 

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