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Multe record, Pd: “La sentenza sugli autovelox si applica anche ai t-Red di Pescara?”

Dopo il pronunciamento della Cassazione, dai Dem giungono adesso richieste di chiarimenti al sindaco e al prefetto

Redazione
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Con la sentenza n. 10505 del 18 aprile 2024, la Corte di Cassazione ha stabilito che le multe per eccesso di velocità rilevate dagli autovelox non sono da ritenersi valide qualora l’apparecchio non sia omologato. 

“Mentre molte amministrazioni comunali temono a questo punto l’innesco di una reazione a catena, dato che il pronunciamento rischia di determinare un aumento esponenziale dei ricorsi, a Pescara fa notizia il primato indiscutibile del Comune, che con 9,4 milioni di euro riscossi dalle sanzioni, supera di gran lunga gli altri centri abruzzesi (L’Aquila incassa annualmente 345mila euro, Teramo 1,1 milioni, Chieti 1,2 milioni). Ma il confronto risulta impietoso anche se si confronta il dato di Pescara (dove ogni cittadino paga in media 79 euro) con quello delle principali città italiane”, ricorda il Pd. 

Il fulcro della sentenza della Cassazione sta nell’aver chiarito la distinzione tra approvazione ministeriale e omologazione degli autovelox, sottolineando come entrambe siano necessarie affinché le multe siano valide. E, come confermano fonti dello stesso Ministero, la maggioranza dei dispositivi utilizzati in Italia non ha ottenuto l’omologazione. 

Non farebbero eccezione i “velocarRed&speed Evo” installati agli incroci di via Enzo Ferrari/via Michelangelo, via Tirino/Strada Colle Renazzo, via Tiburtina Valeria/via Stradonetto, C.so Vittorio Emanuele II/Piazza Italia, Viale G. D’Annunzio/via Conte di Ruvo, Piazza Le Laudi/viale Primo Vere, mentre, per quanto riguarda i due autovelox di via di Sotto e strada Colle Renazzo, l’assenza di omologazione è stata sancita da diverse sentenze del Giudice di Pace e del Tribunale di Pescara.

Il Pd chiede quindi al sindaco e al prefetto se la pronuncia della Cassazione riguardi anche i “Velocar Red & Speed evo” installati ai semafori dei succitati incroci di Pescara, dove sono impiegati non nella rilevazione della velocità ma del passaggio con il rosso, arresto oltre la linea e cambio di corsia: “Occorre sapere al più presto se questi dispositivi sono omologati”, scrivono i Dem.

Più volte il comitato presieduto da Michela Di Stefano ha chiesto al Comune di Pescara di rivedere la propria posizione sulla base di questi presupposti, sia nelle sedi giudiziarie che nel dibattito pubblico. La stessa richiesta è stata avanzata anche dal vice presidente del consiglio regionale Antonio Blasioli e dai consiglieri comunali del Pd, ma l’amministrazione Masci “si è sempre rifiutata di tornare sui propri passi, risultando oltretutto inadempiente rispetto alla mozione votata l’8 aprile 2023 in Consiglio Comunale e finalizzata all’apposizione dei countdown ai semafori per tutelare gli automobilisti”, puntualizzano i Dem.

Ora, “se è vero che, a fronte di questa chiusura totale del sindaco Masci, le sanzioni per cui è già decorso il termine per l’impugnazione dinanzi al Giudice di Pace (30 giorni) o al Prefetto (60 giorni) sono a questo punto irrevocabili, se la pronuncia della Cassazione fosse estendibile anche ai “t-Red” non omologati di Pescara, le sanzioni comminate nel periodo successivo al 18 aprile 2024, data in cui è stata depositata la sentenza della Cassazione, chiunque decidesse di presentare ricorso potrebbe andare incontro a un accoglimento. Esito che avrebbe ripercussioni anche sulle finanze del Comune, tenuto ad assicurare la difesa dell’ente e probabilmente a rimborsare marche da bollo e spese legali a favore della parte vincitrice. E dire che sarebbe bastato ammettere di aver preso una cantonata e tornare sui propri passi senza costringere gli automobilisti a lunghi e dispendiosi (almeno nella prima fase) iter giudiziari per vedersi tutelati”. 

Poi il Pd conclude con due domande: “Il Comune di Pescara è senza dubbio a conoscenza del fatto che potrebbe, stando alla sentenza della Corte di Cassazione stare impiegando dispositivi non idonei, nel caso in cui non fossero omologati; per quale motivo allora vengono tenuti in funzione?”. E soprattutto, “considerato che gli introiti previsti nel bilancio del 2024 dalle violazioni al Codice della strada ammontano a 11 milioni di euro (una somma costituita per lo più proprio da queste violazioni rilevate elettronicamente), l’amministrazione sa che, nel caso in cui fosse dimostrata la non omologazione, oltre agli esborsi per la difesa dalle impugnazioni dovrà far fronte ad una previsione di entrata che difficilmente troverà effetti?”.

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