Il Movimento 5 Stelle Pescara ha presentato un ordine del giorno, che sarà discusso nel prossimo consiglio comunale, per chiedere che la nostra città lanci un chiaro messaggio di vicinanza e solidarietà al popolo palestinese, vittima di uno sterminio che si consuma ogni giorno sotto gli occhi del mondo intero, nel silenzio e nella complicità anche del nostro Paese.
«Non possiamo restare indifferenti di fronte a migliaia di vittime innocenti, donne e bambini massacrati, ospedali e scuole bombardati, diritti umani calpestati. La tragedia che si consuma in Palestina è un crimine contro l'umanità e il nostro dovere, come istituzioni e come comunità , è quello di prendere una posizione chiara e netta. Non con le mezze parole, non con il silenzio imbarazzato del governo italiano, ma con gesti anche simbolici che affermino la volontà di Pescara di stare dalla parte della pace e della giustizia», dichiara il capogruppo del M5S, Paolo Sola.
Con l'ordine del giorno si chiede al Sindaco e alla Giunta di esporre la bandiera della Palestina sulla facciata del Palazzo di Città e di illuminare la Torre dell'Orologio con i colori della bandiera palestinese, affinché Pescara si unisca alle tante città italiane ed europee che hanno già scelto di compiere gesti concreti di sostegno e di denuncia, promuovendo un messaggio di solidarietà e di pace.
«Non basta dichiararsi 'neutrali' o invocare la pace in astratto – aggiunge Paolo Sola – la pace si costruisce scegliendo da che parte stare: dalla parte di chi è vittima, non di chi bombarda; dalla parte dei diritti umani, non delle ragioni della guerra. L'Italia, purtroppo, continua a rimanere complice, nascondendosi dietro frasi di circostanza e lasciando che nel frattempo vecchie licenze di esportazione di armamenti continuino a rifornire il governo israeliano. Anche per questo, oggi più che mai, è necessario che i territori, le città , le comunità locali alzino la voce e facciano sentire un messaggio diverso, un messaggio di umanità e di speranza».
Conclude il capogruppo pentastellato: «Questa non è solo una battaglia simbolica: è un appello al risveglio delle coscienze. Perché anche le comunità e le amministrazioni locali, nel proprio piccolo, hanno il dovere morale di prendere una posizione e far sentire la propria voce di fronte a uno scempio che calpesta ogni diritto umano».