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Il Lunedì del Delfino

Superiorità tecnica e agonistica al servizio di una condizione fisica straripante

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La sensazione ormai è quella di una superiorità tecnica e agonistica, rispetto alle altre contendenti la rincorsa alla promozione in A, davvero notevole, peraltro con l’ulteriore supporto di una condizione fisica e mentale a tratti straripante. Non fosse per il ricordo del periodo critico a cavallo dei mesi di febbraio e marzo, che aveva fatto temere il peggio e che dimostra come l’aspetto psicologico in questo sport, e in fondo per ogni aspetto della vita, sia fondamentale, capace di alterare in fretta gli equilibri, saremmo tentati di immaginare un immediato futuro, da qui al 9 giugno, giorno della finale di ritorno dei play off, solo positivo per il nostro Delfino, ma per il momento godiamoci la pole position provvisoria e restiamo con i piedi per terra, cercando di analizzare le possibili variabili che attendono il team biancazzurro.

L’obiettivo, palesemente dichiarato a questo punto, è quello di vincere i play off promozione, per cancellare sia l’amarezza dello scorso finale di stagione al Dall’Ara di Bologna, sia, soprattutto, il rammarico per non essere riusciti a centrarlo direttamente quest’anno, visto che il duo Cagliari/Crotone, pur meritando la Massima Serie, non ha dimostrato, complessivamente, di essere superiore al Pescara.

Salvo clamorose e impensabili, a questo punto, sorprese, all’indomani dell’ultima giornata, la prossima, che si disputerà chiaramente in contemporanea, nella serata di venerdì prossimo, il Delfino biancazzurro si giocherà le sue carte guardando le rivali dall’alto verso il basso, il che presupporrà gli innegabili vantaggi di poter “vincere, pareggiando” e di disputare sempre il match di ritorno fra le mura amiche dello Stadio Adriatico. La sicura assenza del sempre più “impattante” capitano, il leader del centrocampo, Ledjan Memushaj, che come da qualche tempo sappiamo sarà impegnato con la propria nazionale albanese agli Europei di Francia, potrebbe, a tal proposito, essere parzialmente bilanciata dal ritorno in squadra dell’altro vessillo biancazzurro, questa volta difensivo, il vice campione del mondo Hugo Campagnaro. Con lui in campo, partendo dal presupposto che in teoria basterebbe pareggiare le quattro gare di semifinale e finale per essere promossi, potremmo anche dormire sogni tranquilli, ma purtroppo il suo altalenante stato di salute non lascia spazio, almeno sulla carta, a ragionamenti di questo tipo, sebbene il reparto arretrato, anche in sua assenza, oltre che dell’appena rientrato Alessandro Crescenzi, ha dimostrato in queste ultime settimane di sapersi districare più che degnamente.

Ammettiamo anche, visto il modulo fin qui proposto da Massimo Oddo, propenso quasi esclusivamente al gioco offensivo, che l’immaginario presupposto sopra descritto, appare impensabile da porre in essere. D’altronde potendo contare su un attaccante del calibro di Gianluca Lapadula, peraltro affiancato da un Caprari, forse un pochino in affanno dal punto di vista del fondo atletico, ma mai così in palla come in questa stagione, non è assolutamente pensabile un Delfino vincente “al risparmio”, grazie al vantaggio acquisito dalla classifica finale. In caso di necessità potrebbe però risultare decisivo questo indubbio privilegio; non dimentichiamoci che in una sfida diretta possono accadere anche episodi non preventivati, quali, ad esempio, errori arbitrali o falli e reazioni fuori regolamento, che costringerebbero la squadra in inferiorità numerica, i quali chiaramente muterebbero l’inerzia degli incontri, con prospettive ben diverse da quelle immaginate.

Più di ogni altra considerazione, in ogni caso, ciò che lascia ben sperare l’ambiente e il popolo biancazzurro, è la cosiddetta “forza del gruppo”, elemento indispensabile al raggiungimento di qualsiasi obiettivo e che, facendo seguito al brutto periodo di fine inverno sopra citato, appare la vera, grande, risorsa cui attinge a piene mani la squadra e il suo tecnico. A tal proposito, fin da ora, prescindendo dal risultato finale, possiamo tranquillamente dichiarare che questo team si è già guadagnato, per quanto visto sul campo e anche fuori, il diritto di potersi collocare nella, per ora virtuale, hall of fame biancazzurra, avendo dimostrato di non essere da meno delle “vecchie” consorelle di galeoniana e zemaniana memoria, giusto per restare nel recente passato dell’ottantennale storia del calcio pescarese.  La Serie A bisognerà andarsela a conquistare, con grinta, determinazione e, perché no, un pizzico di sana cattiveria agonistica, ma tutto ciò che finora è stato realizzato, in primis la netta vittoria di Lapadula nella classifica dei cannonieri, traguardo prestigioso e statisticamente rilevante, non potrà in ogni modo essere cancellato da eventuali e non auspicabili disdette sportive. Questa squadra ha, fin qui, ampiamente dimostrato il suo reale valore, grazie a uno spirito di abnegazione vincente e reattivo davvero non comune, dimostrando forme di rispetto nei confronti degli avversari e delle critiche davvero d’altri tempi. Ci sovvengono, a tal proposito, le parole di un grande uomo politico che poco aveva a che spartire con quest’ambiente, Antonio Gramsci, il quale si espresse così, con quella che si presuppone possa essere stata, forse, la sua unica affermazione ufficiale nei confronti di questo sport: “Il calcio è il regno della lealtà umana esercitata all'aria aperta”.

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