Finisce un altalenante 2016 per il Delfino. Le regole del gioco ci imporrebbero di dare un voto a questo imprevedibile anno solare, ma non è per niente facile, davvero estrema l’alternanza di periodi bui ad altri esaltanti.
Le tre vincenti gare di gennaio, seguito delle ultime quattro del 2015, sembravano l’ovvio preludio di una cavalcata vincente verso la Serie A: goal a raffica, frutto di un gioco spumeggiante e divertente. A febbraio, incredibilmente, si spegne la luce e la rocambolesca sconfitta di Cagliari, dopo che i biancazzurri avevano per larghi tratti letteralmente dominato gli avversari sardi, crea una sorta di blocco psicologico. Tutto sembra andare storto e, addirittura, dopo la sconfitta di fine marzo in quel di Terni (solo tre pareggi e altrettanti punti nell’arco di nove incontri), si comincia a intravedere lo spettro della zona retrocessione. Un elettrizzante aprile, però, frutta cinque vittorie e un pareggio; la squadra, libera dal peso di dover inseguire le due fuggitive, Crotone e Cagliari, ormai lanciate verso la promozione diretta, torna a mostrare il bel gioco del girone d’andata e le ultime gare di maggio la consacrano quale virtuale favorita per la vittoria nei play off, nonostante termini al quarto posto, dietro il sorprendente Trapani dell’ex Serse Cosmi. I pronostici verranno, per una volta, rispettati e, le due finali di giugno, a danno dei siciliani, assegneranno al Delfino il diritto di giocare nuovamente nella Massima Serie, dopo cinque anni di assenza. Il mercato di luglio priva il Pescara dei suoi due uomini migliori, il bomber Gianluca Lapadula e il play Lucas Torreira, che non saranno degnamente sostituiti. Ad agosto inizia il campionato e le volitive prestazioni contro Napoli e Sassuolo fanno ben sperare, ma a settembre il bel gioco non trova conforto nei risultati, così che fin da ottobre si ha la sensazione che la Rosa biancazzurra sia tutt’altro che competitiva. A novembre solo sconfitte per la truppa di un Massimo Oddo sempre meno sicuro di sé, fino all’attuale mese di dicembre, nel corso del quale anche il presidente Daniele Sebastiani, dovrà infine ammettere di aver messo in piedi una squadra del tutto inadatta alla Serie A.
A cinque mesi esaltanti, hanno, quindi, fatto da contraltare, sette “da horror”, come direbbe il cronista di Sky, Fabio Caressa. Dovremmo consegnare una stiracchiata sufficienza, in pratica, ma come si fa, nell’anno di una promozione? Niente voti, allora, ricorderemo solo le tante emozioni che i ragazzi di Mister Oddo, nel bene e nel male, hanno saputo regalarci.
Non abbiamo idea di come la società intenda provare a porre rimedio, per quello che sembra l’ennesimo destino negativo, già scritto, del Pescara in Serie A. Il mercato di riparazione invernale, più che ristrutturare, dovrà letteralmente ricostruire l’impalcatura esile e traballante di questa squadra, che solo grazie alla forza della disperazione, nell’ultima gara di quest’anno, è riuscita ad evitare l’ennesima sconfitta, peraltro beffarda se consideriamo che il tiro di capitan Memushaj all’ultimo secondo di gioco, forse se ripetuto altre mille volte, gonfierebbe di certo la rete del portiere palermitano Josip Posavec. La montagna da scalare sarà, in ogni caso, altissima e impervia, una sorta di Everest nel corso del periodo estivo dei monsoni: praticamente inaccessibile. Lo sport, il calcio in particolare, nel corso della sua Storia ha saputo regalarci ogni sorta di miracolo agonistico; ci congediamo con questa sorta di speranza e un obiettivo minimo da raggiungere, quello di evitare ulteriori e infamanti record negativi, che marchierebbero indelebilmente il palmares biancazzurro.
Nel fissarvi appuntamento fra quindici giorni, subito dopo la ripresa del campionato, per l’ultima gara del girone d’andata, quando allo Stadio Adriatico, per la precisione domenica 8 gennaio alle ore 15, il Delfino affronterà la temibile Fiorentina, ci sembra giusto accomiatarci nel ricordo del più grande fra i tanti personaggi famosi che, nel corso di questo funesto 2016, ci hanno lasciato: Muhammad Ali. Il più grande, come si autodefiniva, almeno in ambito sportivo, che fra le tante memorabili citazioni da lui consegnate alla Storia, volendone oggi dedicare una al nostro Pescara, ricordiamo semplicemente questa: “Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un'opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre.”
Buon proseguimento di festività a tutte le lettrici e i lettori di Pescara News.