La tragedia dell’Hotel Rigopiano, che ha ferito il cuore degli abruzzesi, al culmine di una settimana davvero infausta, per la tragica concomitanza di eventi atmosferici e tellurici mai visti prima a recente memoria d’uomo, ci impedisce di approfondire i consueti eventi calcistici, legati al Delfino. Ne faremo, in appendice, un breve cenno.
Nel momento in cui stiamo scrivendo queste meste righe, il pensiero dei dispersi e dei loro cari, fra cui anche noi, come tantissimi fra voi lettori, riscontriamo dei conoscenti, pervade di dolore e rabbia le nostre menti e i nostri cuori.
Da sempre l’Uomo ha voluto e dovuto confrontarsi con la Natura, selvaggia e, dal punto di vista umano, spesso crudele. Nel corso dei millenni, questa eterna lotta ha mietuto vittime su entrambi i fronti: un congruo numero di vite umane da contrapporre alla cementificazione che ha ferito la Terra, rendendola in parte schiava della nostra volontà. C’è un grande equivoco di fondo, che però dovrebbe farci riflettere in merito, non stiamo combattendo e distruggendo questo pianeta, bensì l’habitat che ci ospita. Di conseguenza ogni nostra “vittoria”, in pratica anticipa la fine del genere umano, condannandolo a un’inevitabile estinzione, giacché, al momento, non abbiamo a disposizione un altro corpo celeste su cui trasferirci.
E’ stato detto e scritto tanto, in questi giorni, circa l’opportunità di costruire una simile struttura in un contesto tanto affascinante, quanto, ormai lo possiamo affermare con malinconica certezza, pericoloso. In tanti dovranno rispondere di omicidio colposo di fronte alla Giustizia, inevitabilmente qualcuno dovrà anche pagare per questo, ma il dolore che le vittime hanno sopportato e ciò che i loro cari e noi tutti, stiamo già affrontando, per quello non ci sarà mai una fine, l’ennesima ferita che il popolo abruzzese non potrà mai del tutto rimarginare. Dovremmo indignarci davvero con tutte e tutti quelli che, nel corso degli ultimi decenni, hanno consentito la devastazione di quella che, fino a pochi anni or sono, era giustamente riconosciuta come una delle Regioni più belle del mondo. Non commettiamo l’errore di puntare il dito esclusivamente verso chi in questo momento governa, comunque colpevole, ma ripensiamo a chi si è succeduto nei vari mandati elettorali, personaggi senza scrupoli, magari più inadatti che malvagi, tanto lesti ad afferrare l’opportunità di ottenere il privilegio di una comoda poltrona, quanto lenti nel comprendere che stavano, un po’ alla volta, seppellendo il loro stesso territorio nel marciume più completo.
Fra le tante accuse, che il web ha giustamente vomitato in questi giorni di rabbia e dolore, ne ho selezionata una in particolare, che non è fine a se stessa, ma ci consegna una risposta molto efficace, alla domanda su come fare per prevenire. L’ha scritta sulla sua pagina facebook lo scrittore Antonio Del Giudice, che citando il ricordo di un vecchio pastore, rinvenuto all’interno de Il Sole 24 Ore, così recita: “A metà degli Anni '30 c'era stata una rovinosa valanga dove poi fu costruito l'albergo Rigopiano. Nel 2015 ci volle l'elicottero per fornirgli il gasolio per una nevicata di marzo. Quell'albergo sorgeva in un luogo estremo e contro natura. Il resto è stato una tragica conseguenza. Ecco, il chiacchiericcio dei dibattiti dovrebbe partire da qui …”. Davvero, basterebbe affidarsi alla Storia, a ciò che è già accaduto. Ci aprirebbe facilmente le porte della conoscenza, mostrandoci ciò che possiamo fare e ciò che, al contrario, dovremmo evitare. Ignoriamo, invece, costantemente tali messaggi, pensando sempre che tanto, a noi, non potrà mai accadere nulla. Bramosi di potere, privi di scrupoli, i nostri governanti guardano al futuro senza conoscere il passato: le inevitabili e tragiche conseguenze ci investiranno come la maledetta slavina dell’Hotel Rigopiano!
In questa situazione luttuosa, per dovere di cronaca, sintetizziamo l’ennesima prova incolore del Pescara, sconfitto a domicilio anche dal non trascendentale Sassuolo, nella frase dichiarata dopogara da Marcello Donatelli, sostituto in panchina di Massimo Oddo, per l’occasione squalificato, dopo l’espulsione di Napoli: “… secondo me oggi la squadra ha giocato una partita generosa …”. Anche lui, quindi, ha ostentato, forse giustamente (…), le visioni monotematiche di Sebastiani e Oddo, incapaci di vedere la realtà con gli occhi dello spettatore. La squadra, pur se, a parziale giustificazione, decimata dagli infortuni, in realtà non ha mostrato alcuna generosità, abulica e senza carattere, quasi mai all’altezza della situazione e in balìa degli avversari, che pure non hanno palesato quella rabbia agonistica che ci saremmo aspettati da loro, alla luce dell’inopinata sconfitta a tavolino nella gara di andata. La retrocessione appare ormai certa e i nuovi innesti, per motivi anagrafici e non solo, molto difficilmente proseguiranno la loro carriera agonistica in serie B, così che il prossimo anno bisognerà ricostruire da zero. Sarà un bene o un male? Ai posteri l’ardua sentenza, ma avremo modo di approfondire l’argomento nel corso delle prossime settimane, che si prospettano come un lungo e penoso cammino in retromarcia.