Una vittoria, una sconfitta e un pareggio, tutti ottenuti in maniera più o meno rocambolesca. Dieci reti realizzate e otto subite, ma se volessimo conteggiare le due gare di Coppa Italia vinte contro Triestina e Brescia, avremmo un totale di ben diciotto goal a favore e dodici contro, per una media aritmetica di 3,6 a 2,4. Come dire che quando gioca il Pescara, il pubblico ha finora potuto gustarsi circa sei marcature a partita, in altre parole una ogni quarto d’ora! Niente male come inizio per questo Delfino, insomma, sebbene con Zeman ci sia sempre poco di che sorprendersi, come tutti sanno.
Numeri da record o quasi, che se da un lato hanno fin qui prodotto risultati abbastanza positivi, come il raggiungimento degli ottavi di finale in Coppa e una tutto sommato incoraggiante metà classifica in Campionato, dall’altro devono far accendere parecchi campanelli d’allarme. La buona sorte, che in genere strizza l’occhiolino alle squadre che propendono per un gioco prettamente offensivo, ci ha fin qui dato una grossa mano: pareggio a tempo scaduto con un rigore dubbio nella gara contro la Triestina, prima dei vincenti tempi supplementari; uno strepitoso Pigliacelli nel primo tempo contro il Foggia, prima della goleada nel secondo; addirittura ben quattro legni colpiti dal Frosinone nella gara dello scorso venerdì, per tacere della rete ingiustamente annullata a Daniel Ciofani sul 3 – 3 e che avrebbe consentito ai ciociari una remuntada da leggenda. Nel corso di un’intera stagione, però, tutto trova un equilibrio e potremmo anche essere costretti, prima o poi, a pagare dazio alla dea bendata.
La difesa, così com’è, non da affidamento. Guarda caso, portiere a parte, soprattutto in questo reparto la Società, in sede di Mercato, non è riuscita a soddisfare le richieste del Mister, che dovrà lavorare parecchio con il materiale umano a sua disposizione, per riuscire a sistemarlo in modo almeno sufficiente. E’ vero anche che le mancanze difensive hanno origine a centrocampo, non in grado di garantire una buona interdizione, così che i centrali biancazzurri, Andrea Coda in primis, devono sobbarcarsi un costante peso, non solo fisico, ma anche mentale, per quasi tutta la durata degli incontri.
Almeno per il momento, quindi, il Delfino non sembrerebbe in grado di poter competere per una promozione diretta, al più potrebbe rientrare nel novero delle pretendenti ai play off, ma davvero sembra prematuro affrontare questi discorsi dopo così poche gare disputate. Due fattori andrebbero, in ogni caso, già esaminati. Il primo, come già accennato nei precedenti editoriali, riguarda i carichi di lavoro, che sembrano davvero pesare tantissimo nelle gambe dei giocatori, spesso in difficoltà nelle ripartenze, rispetto agli avversari. Questo è chiaramente un ambito positivo, in prospettiva futura, nel puro stile zemaniano, sperando ovviamente che il Mercato di gennaio non scombini troppo i piani del boemo: cedere atleti che stanno per entrare in piena forma, in cambio di altri che potrebbero invece “rompersi” perché privi della giusta preparazione, sarebbe davvero un suicidio sportivo, che speriamo la Società abbia la forza di riuscire a impedire. Il secondo elemento che balza agli occhi, riguarda invece le preferenze, finora abbastanza criptiche, che Zeman ha operato nello scegliere chi mandare in campo: se quella di Stefano Pettinari, in vece di Simone Ganz, è stata addirittura fin qui decisiva, un po’ meno lo sono state alcune altre; Antonio Mazzotta ad esempio, tutto sommato non si è nemmeno disimpegnato malissimo, rispetto al passato, ma davvero non c’è di meglio in Rosa? Le scelte di schierare Jaime Báez, addirittura fin dall’inizio, nella gara malamente persa a Perugia, per poi proporlo a partita in corso contro il Frosinone, in un momento particolarmente delicato del match (guarda caso il pareggio di Ciofani è arrivato dopo un solo minuto dal suo ingresso in campo), sono invece state entrambe negative. Non vorremmo che l’allenatore fosse condizionato da necessità, diciamo così, di bilancio (…) e magari, almeno in queste prime fasi di stagione, si veda parzialmente costretto a operare valutazioni “strategiche” per la Società, piuttosto che per il raggiungimento dei risultati sul campo. Supposizioni a parte, va detto che sembrò alquanto strano anche l’utilizzo di Francesco Zampano a Perugia, fino a tre giorni prima ancora con le valigie pronte, destinazione Serie A, quindi mentalmente provato e poco lucido. Solo congetture per ora, che però giustificano, almeno in parte, l’altalenante andamento della squadra.
Nel prossimo turno, il primo per il Pescara nel consueto orario del sabato pomeriggio, i biancazzurri saranno di scena allo Stadio Arechi di Salerno. I campani hanno finora conquistato due soli punti e sembrerebbero un avversario abbordabile. Anche le più recenti statistiche ci raccontano di un campo favorevole al Delfino, con un pareggio (2 -2) nell’ultima gara disputata il 6 febbraio 2016 e addirittura due successi (1 -2 e 0 - 2) nei più lontani campionati 2003/2004 e 2004/2005.
Prima di salutarci, auguriamo un pronto recupero al Presidente Daniele Sebastiani, che subito dopo la partita contro il Frosinone aveva accusato un forte malore. Prontamente ricoverato presso una nota clinica locale è stato operato di appendicite. Intervento per fortuna perfettamente riuscito.