Prosegue, tanto felice quanto, ammettiamolo, abbastanza inatteso, il bel momento del Delfino. I tre punti conquistati sabato scorso contro un determinato e sfortunato Foggia, rappresentano un bottino importante in prospettiva. Non sempre la sorte continuerà ad arridere in questa misura, per cui mettere del buon fieno in cascina oggi, avrà il suo perché in tempi di magra.
La partita vinta contro i pugliesi, rivista con la lente d’ingrandimento, consegna agli archivi almeno un paio di stereotipi, tipici del gioco del calcio. Ha innanzitutto dimostrato quanto sia fondamentale scendere in campo con la serenità di chi è reduce da una serie di risultati positivi (i biancazzurri, ancora imbattuti), al contrario di chi, oltre a sobbarcarsi il peso di una classifica pericolante (i satanelli sono partiti con una penalizzazione di meno otto), veniva da due sconfitte consecutive. Poi abbiamo assistito, nel giro di pochi minuti, al più classico dei cliché calcistici: goal sbagliato, goal subito! Il penalty spedito sulla traversa da Mazzeo, è stato infatti il preludio alla rete di Gravillon. Due episodi decisivi, il secondo implicita conseguenza del primo, che hanno ribaltato l’andamento della gara, in maniera tutto sommato clamorosa, bisogna ammetterlo, visto che fino a quel momento i pugliesi non avevano affatto demeritato, mentre il Delfino appariva un po’ in affanno.
Il vero protagonista di questo primo scorcio di stagione, in casa biancazzurra, si sta rivelando senza ombra di dubbio il suo tecnico. Bepi Pillon, dall’alto della sua esperienza, ha saputo costruire un gran bel gruppo, regalando a tutto l’ambiente quella tranquillità che mancava da parecchio. Lo spirito di squadra, sotto forma di spogliatoio affiatato, è stato senza ombra di dubbio la vera arma vincente finora. Al cospetto di compagini apparentemente meglio assemblate (e più costose), queste finora non sono state in grado di spuntarla, contro un Pescara poco appariscente e a tratti discontinuo, ma sempre presente nei momenti decisivi. Una caratteristica che da queste parti non si notava da tempo è l’eccezionale capacità di saper leggere la partita in corso, da parte del tecnico veneto. I suoi cambi, per nulla scontati, danno sempre una marcia in più ai suoi uomini e sempre nei momenti topici della gara. Sintomo, questo, che dimostra come egli sappia tenere saldamente sulla corda tutti i giocatori della Rosa, anche chi non è destinato a scendere in campo dall’inizio.
Insomma, godiamoci il momento e, magari, facciamone tesoro quando, come accennato sopra, giungeranno, inevitabili, i periodi di crisi, che ci auguriamo passeggeri. Con queste prospettive quanto mai serene, ecco giungere a proposito, domani sera, il primo turno infrasettimanale. All’Adriatico sbarcherà il Crotone, retrocesso dalla serie A dopo due stagioni davvero ben disputate nella massima serie. I calabresi, per la verità, fino a poche settimane or sono, speravano ancora in un ripescaggio in extremis, ai danni del Chievo Verona, invece solo penalizzato in classifica per il “caso plusvalenze”. Reduci da due vittorie e due sconfitte, quindi due punti sotto il Pescara, gli uomini dell’ex Giovanni Stroppa proveranno a mettere la freccia, cercando di espugnare il terreno biancazzurro. Impresa che ci auguriamo, chiaramente, non vada a buon fine, così da poter prolungare la striscia d’imbattibilità del Delfino. Avremo modo di parlare del turno successivo nel prossimo editoriale, giacché si tratterà proprio del posticipo serale del lunedì, in quel di Padova.
Nel frattempo i padroni del calcio, fra ricorsi e controricorsi tutt’ora in atto, non hanno ancora deciso in maniera definitiva il format del campionato di serie B in corso. Resterà a 19? Oppure sarà recuperata solo la Virtus Entella, quindi a 20? Ne aggiungeranno un altro paio, così da ripristinarlo come prima? O addirittura lo porteranno a 25 squadre, nel maldestro tentativo di accontentare (e scontentare …) quasi tutti? Un pastrocchio mai visto prima, che comunque andrà a finire dimostra in maniera inequivocabile come possa essere pericoloso affidare le redini di un qualsiasi progetto a persone incapaci, buone solo a scandire le assurde regole della burocrazia italiana. Una volta di più ci tocca constatare come il rispetto per i tifosi e il calcio giocato venga ormai sempre meno considerato. Davvero eccessivi gli interessi che girano intorno al mondo del pallone. Ci sono sempre stati, è vero, ha continuamente girato parecchio denaro in questo ambiente, ma mai come in quest’ultimo periodo i novanta minuti di gioco sembrano aver smarrito la loro identità centrale. Si parla di mercato ogni giorno, nemmeno la VAR è riuscita a far tacere le polemiche e gli scandali sono sempre dietro l’angolo. Siamo costretti ad assistere a troppe nefandezze e il sistema calcio, se non ci sarà una svolta al più presto, rischia davvero d’implodere su stesso, trascinando nel baratro anche tutto ciò che di buono c’è. Da parte nostra un doveroso grido d’allarme lo abbiamo già lanciato in passato e continueremo, di tanto in tanto, a ripeterci. Se poi le parole di chi ama questo sport non sono destinate ad essere ascoltate, beh ce ne dovremo fare una ragione. D’altronde se il Titanic affondò la colpa non fu certo di chi mise in dubbio la rotta scelta, potenzialmente pericolosa per la possibilità di incrociare degli iceberg, ma piuttosto di chi, dall’alto della sua supponenza, se ne fece beffe, dichiarandolo “inaffondabile” …