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Il Lunedì del Delfino

Dopo Zauri, anche Legrottaglie inizia a chiedersi perchè il Pescara giochi così male

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Dopo il fulminante esordio di Udine, con la convincente vittoria esterna ai danni del Pordenone, il Delfino targato Legrottaglie ha disputato due match mediocri. Il primo, lunedì scorso, rocambolescamente conclusosi con un successo ai danni del Cosenza, il secondo ieri pomeriggio, complice una prestazione quanto mai sterile e mediocre, terminato con una netta sconfitta (2-0) a Chiavari, contro i padroni di casa della Virtus Entella.

Inutile girarci intorno, per quanto il nuovo allenatore stia provando a far giocare decentemente gli uomini a sua disposizione (sicuramente meglio del suo impresentabile predecessore), questo organico è inadatto ad affrontare il campionato cadetto, almeno volendolo disputare a buon livello. Unica consolazione (ma sarà davvero tale? …) lo spessore medio-basso di questa serie B, che dovrebbe comunque consentire una probabile salvezza.

L’addio di Machin, oltre ad aver notevolmente abbassato, per non dire quasi azzerato, il tasso tecnico della squadra, ha reso Galano un ectoplasma, che vaga ramingo per il verde rettangolo di gioco alla disperata ricerca di un partner di ruolo, che mai più troverà, almeno per questa stagione.

In Liguria i biancazzurri pescaresi sono riusciti a tirare verso lo specchio della porta avversaria solo in due occasioni, una per tempo. La prima volta con un fendente da fuori di Bettella, deviato in angolo dal portiere avversario e la seconda, quasi al termine dell’incontro, con Memushaj che ha colpito la traversa grazie ad una punizione dal limite dell’area.  Per il resto buio assoluto.

Nelle dichiarazioni post gara, hanno destato preoccupazione le frasi, in puro stile Zauri, di Nicola Legrottaglie: “… ho visto una squadra stranamente moscia … non mi aspettavo una prestazione così … mi chiedo il perché ma non ho risposta …”.

In fondo fa un po’ sorridere l’assoluta malizia di pensiero di questi neo-allenatori, mandati allo sbaraglio dal ragioniere sparagnino. Appaiono sinceramente stupiti dalle blande prestazioni che le formazioni da loro schierate producono. Peccato che a chiunque non rientri nell’entourage societario, la risposta ai loro dubbi appaia quanto mai chiara e inequivocabili: la Rosa è scarsa e incompleta, semplice no?

L’attuale graduatoria del Delfino, esattamente a centroclassifica, frutto di nove vittorie, altrettante sconfitte e cinque pareggi, appare fin troppo generosa alla luce degli sbadigli che questa squadra procura solitamente a chi la segue. Purtroppo questo passa il convento e, a meno di clamorosi colpi di scena, l’andazzo potrebbe proseguire ancora a lungo, negli anni a venire. Difficilmente Daniele Sebastiani lascerà il timone societario, come ormai la stragrande maggioranza dei tifosi auspicherebbe. La serie B gli garantisce di proseguire nel fare business con i vari procuratori e le società amiche, mantenendo la squadra a costo zero e guadagnandoci anche, come i bilanci dimostrano. L’impopolarità che cresce di settimana in settimana non sembra sfiorarlo minimamente e, d’altronde, avendo dichiarato a più riprese che la tifoseria può dire ciò che vuole, tanto il presidente è lui, non ce ne stupiamo più di tanto.

Si continua così insomma, nell’attesa dell’anticipo di venerdì prossimo. All’Adriatico si presenterà il Cittadella, squadra notoriamente ostica, reduce da una sconfitta interna contro l’Empoli, ma comunque agganciata alla zona play off, obiettivo che anche quest’anno i veneti vorrebbero cogliere. Pronostico come al solito indefinibile, questo campionato non è proprio adatto agli scommettitori.

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