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Il Lunedì del Delfino

Un misero spettacolo teatrale che si replica anno dopo anno

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Anno nuovo, storia vecchia si può facilmente scrivere, con il povero Delfino ormai boccheggiante e in attesa di già di chiudere questa stagione, per iniziarne poi un’altra con le stesse, identiche, monotone e prosaiche aspettative.

Dopo un finale di 2022 a dir poco penoso, sia in termini di risultati, sia, soprattutto di impegno sul campo (e fuori), ecco che il 2023 riparte con il medesimo ritmo. Una squadra senza spina dorsale, che cala miseramente alla distanza, giochicchia sulla tre quarti avversaria in attesa di perdere palla e subire le ripartite dei pur modesti avversari di turno. Film ormai visti e rivisti. 

Un cliché che si ripete ormai stagione dopo stagione. Rose completamente rivisitate ogni estate, costruite dagli agenti e dai procuratori sulla scorta di futuri guadagni, piuttosto che sulla programmazione, come questa piazza, un tempo prestigiosa nell’ambito delle realtà provinciali, invece meriterebbe. Prime gare discrete, qualche vittoria, classifica medio alta, tifosi che iniziano a sognare l’anno del riscatto (…), poi si avvicina l’inverno, si ricomincia a parlare di mercato, iniziano ad arrivare le sconfitte, i migliori (fino a quel momento) giocatori che scompaiono dai radar, l’allenatore che da nuovo eroe diventa improvvisamente capro espiatorio e il ragioniere che riprende a lasciare dichiarazioni sulla cessione della società. Di volta in volta può cambiare qualche scena, ma il copione è quello e la pièce teatrale si replica senza soluzione di continuità.

Fermo restando che ribadire l’inutilità di arrabbiarsi è scontata, ma necessaria da ricordare, perché fin tanto che il padrone unico e incontrastato di questa ex nobile società calcistica resterà al potere, nulla potrà mai cambiare (in meglio), ebbene in una situazione “normale” questo allenatore sarebbe già stato messo in discussione, perché sta ampiamente dimostrando di non capirci più nulla, per sue stesse dichiarazioni implicite. E forse accadrà di nuovo, l’ennesimo esonero che consentirà al padrone delle ferriere di incolpare altri del fallimento. 

A questo punto, visto che siamo a teatro e non possiamo parlare di sport, ci sembra opportuno anche riconsiderare uno degli argomenti che più hanno tenuto banco in queste ultime settimane: il cosiddetto “caso Lescano”. L’italo-argentino, dopo un inizio spumeggiante, che ha fatto sognare anche i tifosi meno ottimisti, ha spento la luce, guarda caso proprio in coincidenza del periodo che ho sopra citato, quello in cui si inizia a parlare di mercato. Le prestazioni da esaltanti improvvisamente sfiorano il ridicolo, quasi non avesse mai giocato a calcio in vita sua. Mister Colombo allora lo confina in panchina, dandogli la possibilità di entrare nella ripresa, ma niente, lui di toccare palla non ne vuole sapere. A questo punto inizia a farsi tutti i novanta minuti seduto e allora che decide? Si presta ai microfoni amici dell’amico e dichiara di non comprendere perché non sta più giocando … strano, eppure basterebbe che, comodamente seduto sul divano di casa sua si rivedesse le gare per capirlo … ma tant’è, si innesca la polemica, allenatore e società prendono le distanze e “finalmente”, senza rischiare il linciaggio da parte della tifoseria, si può iniziare a parlare di cessione fin da subito. Già, perché senza il suo improvviso calo di rendimento e il successivo sfogo, come lo facevi ingoiare il boccone amaro della cessione ai tifosi? 

Insomma, un triste e macabro teatro a fini economici, questo è ciò che il popolo biancazzurro deve amaramente assaporare da tanti, troppi anni. Uno schifo, inutile girarci troppo intorno con le parole, una misera fine che forse per l’ingenuità di una tifoseria poco scafata, la quale immaginava fosse un vantaggio avere un presidente locale, tutto l’ambiente deve pagare a caro prezzo.

Il prossimo (inutile) incontro, valevole per la 22ª giornata, vedrà il Pescara di scena a Crotone, nel posticipo serale di lunedì 16 gennaio, contro l’ormai distantissima (dodici punti) vice capolista Crotone. Una gara, per come stanno le cose al momento, apparentemente senza storia, ma anche un eventuale miracolo a cosa servirebbe?    

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