Sempre più difficile commentare la stagione del Delfino, ma non perché ciò che accade sfugge alla nostra comprensione, quanto piuttosto perché è diventato praticamente impossibile non urtare la suscettibilità di una parte della tifoseria. Questa è da anni spaccata in due, da una parte coloro che desiderano solo un netto cambio societario, anche a costo di un nuovo fallimento e ripartire dai dilettanti, stufi di sopportare l’operato da ragioniere puro di Daniele Sebastiani, dall’altra i cosiddetti “se non ci fosse lui non ci sarebbe nessun altro”, che si accontentano dell’iscrizione annuale al campionato, qualsiasi esso sia.
Qualsivoglia frase si possa stendere in merito ai risultati del Pescara, una delle due metà attaccherebbe senza misericordia, fra l’altro dimenticando che un giornalista serio e non stipendiato, quindi libero, non avrebbe interesse alcuno a scrivere menzogne o ad edulcorare la situazione.
Tanto premesso noi, consapevoli di non poter piacere a tutti, nemmeno volendolo, preferiamo proseguire il nostro umile percorso, che prevede una critica motivata e senza fronzoli a questa società, i cui fatti ci raccontano di una squadra accaparrata in serie A dopo una stagione leggendaria e attualmente condannata a bivaccare, chissà per quanto, in serie C.
La cosa più tragica al mondo - scrisse il premio Nobel George Bernard Show - è un uomo di genio che non è un uomo d'onore.
Il pokerissimo di domenica scorsa contro il Potenza aveva risvegliato immediatamente gli animi sopiti dei “se non ci fosse lui non ci sarebbe nessun altro”, al punto da trovarci costretti a bannare dai social alcuni di essi, pronti ad irridere chi racconta da anni le tristi verità, fastidiose ma reali, di questa ragionieristica società senz’anima. La sonante vittoria aveva rallegrato anche i nostri cuori, ma i sentimenti spesso conducono verso un dirupo, se non supportati dalla ragione. Infatti, così avevamo scritto: “ … Circa le aspettative, però, preferiamo non sbilanciarci, in attesa delle, auguriamoci, future conferme sia in termini di risultati, sia di prestazioni …”.
Lo 0-0 di ieri pomeriggio, in quel di Andria, somiglia molto a quello con il Monterosi Tuscia di due turni fa, ma stavolta non è stato possibile dare colpe al terreno di gioco, il che lo rende ancora più difficile da digerire, considerato che i pugliesi sono il fanalino di coda del girone. E meno male che in settimana, sulla scia di quello che sembrava dovesse essere un finale di stagione favoloso, i più ottimisti avevano già iniziato a fare due conti circa le possibilità di raggiungere l’obiettivo del miglior terzo posto fra i tre gironi, che consegna un ulteriore migliore posizione nella griglia dei play off.
Da segnalare, infine, la prima sconfitta del Catanzaro, che incredibilmente ha perso l’imbattibilità addirittura a Viterbo, contro l’ex ultima in classifica, nel più imprevedibile dei testa-coda. Del tutto indolore, ad ogni modo, giacché il Crotone, bloccato sul pari casalingo dal redivivo Foggia, resta lontanissimo a dieci punti.
Prossimo turno, domenica prossima, con fischio d’inizio alle 14:30, all’Adriatico, contro il Giugliano.