Quarta giornata del quarto consecutivo campionato di serie C molto importante, quella che si appresta a disputare stasera, con fischio d’inizio all’Adriatico alle 20:45, il Delfino di Silvio Baldini.
Ospite la neo promossa Pianese dell’allenatore pescarese di nascita, Fabio Prosperi. I toscani hanno fin qui portato a casa quattro punti, frutto di una vittoria, un pari e una sconfitta.
Complice il pareggio interno della capolista Virtus Entella nell’anticipo dello scorso venerdì sera contro il Carpi, per i biancazzurri si offre la ghiotta occasione di riacciuffare, seppure in condominio, la vetta della graduatoria. Soddisfazione forse effimera e prematura, ma pur sempre stimolante, sia per la squadra, sia per la tifoseria, che appare rinvigorita più che dai risultati, dalla genuina capacità di Mister Baldini nell’infuocare gli animi con le sue positive dichiarazioni.
Approfittando dei buoni risultati fin qui espressi in campo, il presidente Sebastiani in settimana ha per l’ennesima volta ripreso, attraverso i ben noti microfoni amici, l’ormai noioso discorso circa la cessione societaria, brutta copia di una soap opera infinita. Avremmo preferito evitare, ma non è colpa nostra se il dente continua a battere dove duole: da quanti anni e quante volte sono state proferite le stesse, più o meno identiche, frasi di circostanza? Delle due l’una, se davvero volesse vendere, come abbiamo spesso scritto, dichiarerebbe costi e modalità in maniera esplicita, come sarebbe normale che fosse in un chiaro contesto economico, diversamente si tratta solo di “oppio al popolo” o “fumo negli occhi”, tanto per guadagnare tempo e tirare avanti, per poter continuare a spremere e fare cassa a suon di compravendite e plusvalenze. D’altronde le finte estive con tanto di nomi coinvolti e poi tiratisi mestamente indietro sono agli archivi e chi non ha memoria corta ne ha piena consapevolezza.
Quindi, nel modo in cui ricorderemo spesso durante questa stagione, semmai dovesse, come da tifosi del Pescara non possiamo che auspicare, giungere alfine una clamorosa promozione, si tratterebbe esclusivamente di un cosiddetto “minimo sindacale” per riportare il Delfino dove sarebbe semplicemente normale che giochi, ovvero in quella serie B che non è nemmeno la categoria dove De Cecco gli consegnò la società, giacché, anche questo lo ribadiamo spesso, la celebre stagione zemaniana non fu opera di Sebastiani, che si limitò a salire sul cavallo in corsa, verso il traguardo finale.