Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Etnia rom a Pescara nel 2024: tra inclusione e conflitti sociali

La sfida della convivenza. Un nodo cruciale è rappresentato dall’educazione

Condividi su:

La questione dell’etnia rom a Pescara continua a essere uno dei temi più complessi e dibattuti della città. Tra iniziative per l’integrazione, tensioni sociali e problemi legati all’abitazione e al lavoro, la comunità rom si trova al centro di un dibattito che mette a confronto inclusione e pregiudizio. Secondo gli ultimi dati forniti dal Comune di Pescara, la popolazione Rom residente ammonta a circa 1.500 persone, distribuite principalmente nei quartieri periferici come Rancitelli, Fontanelle e Zanni. 

Qui si concentrano le maggiori criticità legate all’accesso ai servizi, alla scuola e al lavoro. Molte famiglie vivono in condizioni precarie, spesso in abitazioni fatiscenti o in insediamenti non autorizzati. Nonostante gli sforzi delle autorità locali, il problema dell’inclusione rimane irrisolto, alimentando tensioni con i residenti non rom delle stesse zone. “La convivenza è complicata, non per colpa di tutti, ma perché manca una vera strategia per gestire la situazione”, spiega Marco, che vive a Rancitelli.

Un nodo cruciale è rappresentato dall’educazione. Sebbene negli ultimi anni siano stati avviati progetti mirati per favorire la scolarizzazione dei bambini Rom, l’abbandono scolastico rimane elevato. “I dati ci mostrano che meno del 30% dei ragazzi Rom completa il ciclo di studi obbligatori. Questo è il risultato di un circolo vizioso: povertà, marginalità e mancanza di prospettive”, sottolinea la responsabile di un’associazione educativa locale.

Tuttavia, alcune storie dimostrano che l’integrazione è possibile. Come quella di Fatima, 16 anni, che dopo aver ottenuto risultati eccellenti a scuola, sogna di diventare infermiera. “È dura, ma voglio dimostrare che possiamo essere parte attiva della società”, racconta. Negli ultimi mesi, però, la situazione si è ulteriormente complicata. L’aumento di episodi di microcriminalità attribuiti a membri della comunità Rom ha esasperato gli animi in alcuni quartieri. Proteste e petizioni da parte di cittadini chiedono una maggiore presenza delle forze dell’ordine e interventi per garantire la sicurezza.

“Non siamo contro i rom, ma contro l’illegalità. Purtroppo, spesso si tende a generalizzare, e questo alimenta il conflitto”, afferma una cittadina. Il Comune di Pescara ha messo in campo un piano triennale per affrontare il problema, focalizzandosi su tre aree principali: abitazione, lavoro e istruzione. Tra le misure previste, un programma di riqualificazione degli alloggi popolari, corsi di formazione professionale per adulti rom e l’istituzione di mediatori culturali per facilitare il dialogo con le istituzioni.

Non mancano, però, le critiche. “Le risorse investite sono insufficienti, e mancano controlli per garantire che i fondi vengano utilizzati in modo efficace”, denuncia un uomo. Dal lato della comunità rom emergono sentimenti misti di speranza e frustrazione. “Vogliamo lavorare e vivere in pace, ma spesso siamo giudicati solo per i pregiudizi. Non siamo tutti uguali, e ci sono tanti rom che rispettano le regole”, afferma Sandro, 42 anni, artigiano.

Ma non mancano anche le richieste di maggiore autonomia: “Abbiamo bisogno di essere ascoltati e di poter partecipare attivamente alla soluzione dei problemi, non solo di essere gestiti come un problema sociale”, aggiunge Maria, rappresentante della comunità.

Condividi su:

Seguici su Facebook