Presentazione del nuovissimo libro “Cibo. Dare forma al disordine” questo pomeriggio, presso la Sala Arancio del Circolo Aternino in Piazza Garibaldi a Pescara, nel corso del #FLA2015, alla presenza dei tre autori locali: Anna Colaiacovo, Marco Giacintucci e Bruno Nasuti. Ottimo moderatore lo spigliato e simpatico Alessandro Scanu, che domani sera, 7 novembre, sempre nel contesto del Festival delle Letterature, a partire dalle ore 22:00, all’interno dello Spazio Matta di Via Gran Sasso, condurrà la performance poetica di massa denominata Poetry Slam.
Che non si tratti di un libro di ricette, visti gli autori, si è compreso da subito. Trattasi, invece, di un vero e proprio studio antropologico avente come filo conduttore il cibo, così come ci spiega Anna Colaiacovo, che nella sua introduzione, non a caso, ha citato il famoso filosofo francese Jacques Derrida, autore, fra l’altro, del celebre testo “bisogna ben mangiare”.
L’approccio di Marco Giacintucci è stato influenzato dalla musica, in altre parole la sua passione, pensandolo, in ambito temporale, al periodo medioevale e ai Carmina Burana, molte delle cui composizioni (liriche) hanno proprio il cibo come tema dominante.
Ispirata in buona parte dal mondo della celluloide la scrittura di Bruno Nasuti, che ha ricordato ai presenti la celebre scena iniziale di 2001 Odissea nello Spazio, quando la scimmia, indotta dal contatto con il monolito alieno, uccide per la prima volta un animale, nutrendosene.
Tramite (anche) il cibo, l’uomo cerca disperatamente di costruire un ordine, però artificiale, citando Pasolini, come ci ricorda Nasuti, ma alla base di tutto resta il disordine, l’unica vera forma partendo dalla quale si favoriscono integrazioni e nascono (il)logiche contrapposizioni.
Oggi, tramite il diverso consumo del cibo, nascono delle vere e proprie pseudo - religioni attraverso le quali cerchiamo di soddisfare i nostri bisogni e desideri: carnivori, vegetariani, vegani, ecc. , comunità che acquistano una determinata sicurezza al loro interno, spesso contrapponendosi con forza all’esterno.
La speranza degli autori è dunque quella di riuscire, con un approccio filosofico, a consegnare ai lettori la chiave per comprendere come mai la nostra cultura moderna abbia questo impellente bisogno di parlare sempre e dovunque del cibo. Buona lettura quindi.