Mentre all’Adriatico il Pescara di Marino è sceso in campo per cercare, ai danni della Ternana, la seconda vittoria consecutiva, nonché la seconda vittoria casalinga, la Femminile Pescara di Di Giovanni ha disputato contro l’Audax Palmoli la sua seconda gara stagionale, rinnovando puntualmente il patto con la vittoria.
Si mette fin dall’inizio in bella mostra De Ascentis, la quale respinge l’iniziale insidia del Palmoli, che, pur eccellendo per aggressività, manca di precisione. Il gioco del Pescara è raffazzonato ma lucido sulla direttrice La Mattina-Litro-Porcù, senza uscita per via dello scudo centrale dell’Audax. Un’entrata falcidiante sulla 10 Porcù ne pregiudica l’avanzata. Esegue il calcio piazzato Paolini, disegnando una bella parabola. Il Palmoli riparte ma confeziona niente più che tiri centrali o fuori misura. Da un’azione apparentemente innocua arriva al 30′ il vantaggio biancazzurro ad opera della multiforme La Mattina, la quale, sulla traiettoria di Litro, inganna l’estremo difensore dell’Audax, indirizzando di soppiatto il pallone nell’angolino. Palma sostituisce la dolorante Porcù. Il primo tempo termina con una conclusione di D’Anniballe sul secondo palo.
La ripresa è dominata dalla formazione pescarese che, a più riprese, tenta il raddoppio con D’Anniballe, con Paolini (che costringe Zullo a sfoderare il guantone destro) e con Primi. De Ascentis, al contrario, può dirsi momentaneamente inoccupata. Dopo Porcù, le guerriere del Palmoli provano a minare anche la stabilità di Litro. Il Capitano non demorde e approfitta di un tocco di D’Anniballe per farsi avanti, ma, per schiavare Zullo, spedisce il pallone troppo a lato. Occasioni plurime ancora per Litro e per Primi non condiscono ulteriormente il punteggio.
A fine gara, la sintesi di La Mattina: “All’inizio eravamo tese, sapevamo di affrontare una squadra che punta a vincere il campionato. Poi ci siamo sciolte e nonostante l’imprecisione nei passaggi (dovuta anche al campo a dir poco bagnato) ci siamo sbloccate. Il gol è arrivato su calcio d’angolo, da uno schema provato in allenamento: ho chiamato il pallone e Rosamaria me lo ha servito. Su quel tiro neanche io ci avevo creduto ma era una promessa che dovevo a mio figlio. Ci abbiamo messo il cuore. Come gruppo ci siamo, lavoriamo bene”.