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Uno sciame di curiosi per il Walkshow di Carlo Infante ieri a Pescara

Carlo Infante, per un giorno, conduce i pescaresi alla scoperta della loro città e delle tradizioni

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Ieri Pescara è stata tappa di una innovativa modalità di esplorazione urbana ideata da Carlo Infante, il “radio-walkshow”. Il radio-walkshow è una passeggiata conoscitiva, dove i cittadini sono attori e spettatori. Alla conversazione nomade, avviata da esponenti della politica locale e dai collaboratori delle piattaforme del circuito Cittanet di Abruzzo e Molise, si sono aggiunti curiosi e cittadini incontrati lungo il percorso.

Lo sciame guidato da Infante si è aggirato per la città per conoscerla ed esplorarla  con un’attenzione nuova. La chiave è l’ascolto coordinato dalle radioline che consentono al gruppo di sparpagliarsi guidati dalla curiosità e rimanere connessi. Ci si infila nelle botteghe e si coinvolgono i passanti per attingere da chiunque voglia, l’essenza della città, la sua storia e la sua direzione.

La prima edizione pescarese è partita, ieri pomeriggio, dal museo Vittoria Colonna. La prima testimonianza raccolta è di Vito Giovannelli classe 1933, noto pittore, incisore e medaglista e collaboratore di Pescara News con la rassegna Gli Antichi Mestieri. Giovannelli racconta del bombardamento che ha colpito Pescara nel 1943. Evento tragico ma sintomatico dell’importanza strategica della città. L’incipit storico, è casuale come il resto del percorso seguito dallo sciame di Infante. La posizione rende Pescara la città del futuro, ombelico d’Italia e perla dell’adriatico. Bisogna capire cosa c’è oggi, di quel luogo tutto potenziale del ’43.

Provano a rispondere l’ex e l’attuale assessore alla cultura Adelchi De Collibus e Giovanni Di Iacovo. Raccontano di una città affascinante ma spesso ignara della sua bellezza.

Arrivati a piazza Salotto lo sciame incontra, per caso, Gregorio, un pastore di Scanno (AQ), noto produttore locale di pecorino; insieme a lui la bellezza e il fascino del territorio diventano subito molto più tangibili. Gregorio racconta di tradizioni non dimenticate, di una sapienza custodita nei prodotti tipici, che rassicura. L’impronta gastronomica ha ormai catalizzato l’attenzione e la prima tappa, inevitabile, è la salumeria generi alimentari Cicchelli. Entrando si percepisce quasi il pathos di un museo.

La seconda tappa è la storica cremeria La Bresciana, inaugurata nel 1948 da Noemi una giovane vedova di guerra originaria della provincia di Brescia, nata come latteria e celebre per il maritozzo con la panna e il gusto del gelato Novelle della Pescara. La citazione dell’opera di d’Annunzio, del 1902, impone la domanda: quanto c’è di d’Annunzio a Pescara? Poco o niente, dicono in molti.

Il profumo dei “fiadoni”, conduce il gruppo presso Alla Chitarra Antica, storico negozio di alimentari di via Trento. I proprietari Giovanni e Claudio Minicucci raccontano che la tradizione è la loro bussola. Mostrano con orgoglio “lu carrature” lo strumento di legno, uno ha 100 anni di vita, con cui realizzano la pasta alla chitarra. Il segreto risiede nella tiratura omogenea delle corde, possibile perché realizzata con un unico filo. Offrono al gruppo la “fracchiata”, polenta di ceci arricchita da un soffritto di alici e peperoni seccchi (“li fiffillun” come si chiamano in dialetto a Borgomarino). Oltre ai tanti prodotti locali Giovanni e Claudio esibiscono con orgoglio pezzi di storia, regalatigli dai clienti segno di profonda fiducia, come un ricettario scritto a mano del 1800 da una donna di Penne.

Lo sciame, guidato e seguito da Infante, si dirige ancora in cerca di qualcosa. La breve visita al Caffè Ideale in via Cesare Battisti, da il là a una riflessione. Il termine “Vitelloni”  che dà il titolo al famoso film di Fellini, è stato coniato da Ennio Flaiano, ispirato dai suoi amici di Pescara che passavano il loro tempo in maniera indolente e pigra (cfr. La Bella Pescara di Camillo Chiarieri pag. 105).

Questa è dunque una città senza memoria e senza lungimiranza? Pescara vive in un limbo di eterno potenziale che, quasi per snobbismo o miopia, non coglie. Non ama raccontare il suo passato e proiettarsi nel futuro. Vuole vivere un eterno presente di giovinezza e possibilità.

Per augurare a Pescara di crescere, lo sciame le ricorda un altro  tassello della sua tradizione. L’ultima tappa è la gioielleria artigianale Italo Lupo. La signora Patrizia ci apre le porte del suo negozio e ci mostra alcuni dei gioielli, come la Presentosa, uno dei simboli di un Abruzzo che ha tanto da dare dal punto di vista turistico, delle tradizioni e della cultura...un Abruzzo da riscoprire e valorizzare raccontando il territorio.

Lo sciame si scioglie e si dà appuntamento al prossimo volo.

Di seguito il video integrale dell'evento

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