Ennio Flaiano, pescarese dal genio multiforme, è conosciuto come giornalista, critico teatrale, brillante umorista e sceneggiatore prolifico dei film dei più grandi registi dell’epoca da Fellini a Monicelli , da Antonioni a Rossellini .
Il suo “mondo”, tuttavia, non è solo quello pubblico dello “scrittore satirico dell’Italia del benessere” ( come si definì lui stesso) dai noti aforismi e dalle battute al veleno ma anche quello privato che correva doloroso e parallelo con la vita pubblica.
Una vena di profonda malinconia e un senso di inappagamento e di inquietudine caratterizzano la sua scrittura, la sua letteratura così nitida, limpida e formalmente perfetta, presenta aspetti di amara satira a volte corrosiva ma anche di giocosita comica. Malinconia e vitalità scorrono nello stesso alveo.
Il dramma di una figlia cerebrolesa è il riferimento della sua vita che può spiegare molto della sua fuga verso un altrove diverso fatto di brillanti giochi verbali: giocosi aforismi e ossimori i più impensati.