Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

"Alberi d'Abruzzo" di Francesco Nasini, la collana "natura" alla Ubik

Appuntamento venerdì 23 maggio alle ore 17,30. Per l'occasione dialoga con l'autore l'editore Mario Ianieri

Redazione
Condividi su:

Venerdì 23 maggio alle ore 17.30 la Libreria Ubik (via Firenze 209) ospita "Alberi d'Abruzzo – 37 racconti di alberi e memorie" di Francesco Nasini, con prefazione di Valido Capodarca per Ianieri edizioni: si tratta del settore natura della collana di "Comete. Scie d'Abruzzo" diretta da Peppe Millanta, che vuole raccontare l'antico patto tra la terra che ha saputo conservare tesori naturali unici, ma che oggi è chiamata a difendere e valorizzare il suo paesaggio, e i suoi abitanti che proprio sulla terra affondano le radici. Per l'occasione dialoga con l'autore l'editore Mario Ianieri.

Gli alberi non sono solo giganti della natura, ma veri e propri custodi della memoria collettiva. Questi maestosi testimoni del tempo raccontano storie che intrecciano la natura e la cultura, i luoghi e le persone. In Abruzzo, terra di tradizioni millenarie, gli alberi rappresentano un ponte vivo tra il passato e il presente, simboli di resilienza e di connessione con il territorio.

Ogni albero secolare custodisce leggende, credenze popolari, e ricordi di comunità che si sono riunite all’ombra delle sue fronde. Raccontare queste storie significa valorizzare il patrimonio immateriale abruzzese, dando voce a un passato che continua a vivere e ispirare. Con questo volume si vuole riportare alla luce non solo le radici di questi alberi, ma anche quelle della identità culturale abruzzese.

Questi alberi, silenziosi protagonisti di paesaggi unici, sono sopravvissuti a tempeste, guerre e cambiamenti climatici, e con le loro forme imponenti e i segreti che racchiudono, insegnano l’importanza del tempo e della pazienza. Sono monumenti viventi che meritano di essere tramandati alle future generazioni, affinché possano continuare a ispirare nuove storie radicando un senso di appartenenza.

Condividi su:

Seguici su Facebook