Torna nella sua quarta edizione il Festival, promosso dal Florian Metateatro, “Attraverso la Tendenza - dove si muove quello che ci muove”, che indaga le nuove tendenze nelle arti visive, performative e dello spettacolo dal vivo a cura di Chiara Isabella Sanvitale e Sibilla Panerai, al Florian Espace venerdì 30 maggio e venerdì 6 giugno alle ore 20,45. Un festival che è flusso, corpo, paesaggio, un’indagine viva e incarnata su ciò che ci attraversa, ci sposta, ci forma.
Per ALT la ricerca è movimento - piuttosto che momento - fondativo della vita, è metamorfosi e cambia continuamente pelle e dispositivi scenici, sposando ora la performance e il linguaggio coreografico, ora le immagini e la voce. “ALT è uno spazio di soglia e di riflessione sul contemporaneo, dove l’attraversamento diviene un atto di incontro e di fiducia verso ciò che esiste dall’altra parte, una sottotraccia reattiva ai disallineamenti e al turbamento”, spiegano le curatrici Sibilla Panerai (storica dell’arte e curatrice, vincitrice del Premio Performative 2023) e Chiara Isabella Sanvitale (graphic designer e direttrice artistica).
ALT Fest 2025 vede protagoniste la danza, l’arte visiva e la performance, con una forte presenza femminile e in particolare quest’anno dall’Abruzzo. Vediamo nel dettaglio il programma di questa due giorni. Ad aprire la prima serata di venerdì 30 maggio alle ore 20.45 la prima assoluta di DVDM – DEVE VENIRE DAL MARE ideazione, direzione e performance Silvia Di Rienzo, installazione e scultura originale Daniela d’Arielli, musica originale Flavia Massimo, consiglio artistico Stefania Brannetti, Anouska Brodacz, Sibilla Panerai, Valeria Apicella residenze artistiche Progetto Oikos residenze per artist* nei territori – Florian Metateatro, Pescara; Punto Zero Valeria Apicella – ex Lanificio, Napoli con il supporto di Compagnia C&C Brannetti/Di Rienzo (FR).
DVDM unisce la danza, l’installazione, le arti visive e il suono in un progetto appositamente concepito per il Florian. La performance, che si avvale della tecnica della composizione in tempo reale, prende il nome da una scritta anonima sui muri dell’area portuale di Pescara e trae ispirazione dalla visione di un ciclo di opere dell’artista Daniela d’Arielli dedicate ai corsi e ai bacini d’acqua d’Abruzzo. Il corpo della danzatrice Silvia Di Rienzo ne diviene linguaggio pittorico incarnato, abitando l’installazione-scultura che riproduce in scala 1:10.000 i fiumi della regione superiori ai 10 km di lunghezza. Si dipana così, sulle ‘correnti’ sonore composte dalla musicista Flavia Massimo, una vera e propria cartografia fisica della terra e dell’acqua, muscoli e vene della regione, a cui la performance rende implicitamente omaggio.
Silvia Di Rienzo (Pescara), coreografa e danzatrice, ha lavorato come interprete per numerosi coreografi in Italia, a Bruxelles e a Parigi, dove vive dal 2003 ed è cofondatrice della Compagnie C&C. Daniela d’Arielli (Ortona), artista multidisciplinare che indaga l’elemento acquatico attraverso pittura, fotografia, tessitura e installazione, insegna progettazione del colore all’ISIA Pescara Design. Flavia Massimo (L’Aquila) è violoncellista, sound artist e regista del suono. È direttrice artistica del festival “Paesaggi Sonori”. Collabora come producer e sound editor per l’etichetta discografica Odradek Records. Il festival prosegue venerdì 6 giugno 2025 alle ore 20.45 con l’esposizione della scultura/installazione di Isabella Palumbi WHAT’S IN MY WOMB. My First Issue, un corpo che parla senza voce, attraverso fili, stoffe e ferite ricucite. Un’esplorazione emotiva prende forma in una scultura tessile dai chiari rimandi alle grandi protagoniste della storia dell’arte del novecento, per raccontare la tensione tra identità e corpo, tra fragilità esposta e verità fisica.
Isabella Palumbi (Pescara), è una graphic designer e artista che si muove tra fotografia, arte 3D, video, performance e installazioni. Al suo fianco l’esposizione di Nicolò Tacmeanu CORPI. Nella sua ricerca questo artista rumeno naturalizzato italiano si muove tra pittura, installazione, videoarte e ceramica affrontando il concetto di “non essere”: attraverso frammenti di ricordi e sensazioni, reinterpreta aspetti che lo determinano in quanto figlio di immigrati e persona queer. Affiorano così nelle sue opere dettagli biomorfi, innesti postumani e cavità interiori difficili da ricollegare a un concetto concluso di corpo e aperti invece all’ibridazione e alla metamorfosi. Nicolò Tacmeanu.
Si entra poi nel vivo con la danza e il videomapping di BAIA un progetto dicasagrande//giorgini con Marco Casagrande e Nicolò Giorgini visual artist Angelo Bitetti sound design Tony Perez con il supporto di Incubatore per futur* coreograf* CIMD (Milano), D.ID - Dance Identity (Eisenstadt, Austria), DiD Studio (Milano) con il sostegno di CORE Dance (Atlanta, USA), Culture Moves Europe e Goethe Institut. Baia, località incastonata nei Campi Flegrei, sprofondò circa 2000 anni fa a causa del bradisismo, che inghiottì strade, statue, mosaici e ricordi. Partendo dalla suggestione per la città sommersa due corpi percorrono, riavvolgono, crollano, divengono fondale per ciò che resta: un frammento di tempo sospeso, una narrazione visiva in costante evoluzione, un nuovo paesaggio dalle dimensioni oniriche. Le geometrie dei mosaici esagonali rinvenuti nella Villa a Protiro di Baia sommersa diventano le coordinate spaziali, ritmiche e dinamiche del sistema coreografico.
Il duo casagrande//giorgini nasce nel 2019 dall’incontro tra Marco Casagrande e Nicolò Giorgini e si focalizza sulla creazione di un unicum imprescindibile tra elementi sonori, visivi e coreografici. Collaborano fin dai loro esordi con il sound designer Tony Perez. Il festival prosegue con la performance sound art di Tilia Auser VÅRSKRIK! (the cattle follow her, for they know her voice) performance, composizione e drammaturgia del suono Sara Bertolucci live electronics e sound design Chris Mazzoncini light design Francesco Failo col sostegno di Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma/Fondazione C.M.Lerici supporto artistico Chiara Guidi/Socìetas (IT), Eric Sahlström Institutet (SE) .
Un concerto per voce e ambiente che indaga il canto come forma di sopravvivenza primitiva. Dagli alpeggi scandinavi si libera un grido femminile appuntito ed esatto come la nota di un corno, che gli animali al pascolo riconoscono e a cui rispondono facendo ritorno. È l’antico richiamo della transumanza, il kulning, una tecnica vocale specifica per il richiamo delle greggi usato in epoca medievale dalle donne pastore (vallkullor) scandinave. Sul margine tra musica e linguaggio, un alfabeto di suoni che disegna il paesaggio e tesse un dialogo interspecie. La performance è l’ultima tappa di una ricerca etnomusicale svolta in Svezia dalla performer, cantante e artista vocale, Sara Bertolucci tra fattorie estive e istituti di musica folclorica, col patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma coadiuvata da Chris Mazzoncini sound designer, musicista e artista multimediale. Concludono le serate del festival l’interazione e l’incontro con gli artisti e le curatrici.