Il 21 aprile gli accademici della Delegazione Pescara Aternum si sono riuniti per parlare della loro delegazione, di quanto fatto e quanto c’è ancora da fare per perseguire gli obiettivi nazionali e locali.
Ogni convivio deve avere un tema e quello del 21 aveva come tema principale: Il Cuoco Contemporaneo tra scienza, esperienza, etica e sostenibilità. Il ruolo della Formazione.
Per parlare di questo importante argomento, come relatrice della serata, Alessandra Di Pietro che ne ha grande conoscenza.
Alessandra Di Pietro è la Dirigente dell’Istituto Alberghiero De Cecco di Pescara dove da molti anni si sta portando avanti, con la collaborazione dell’associazione dei cuochi abruzzesi, l’argomento della preparazione e della professionalità in questa era di forti cambiamenti sociali ed economici.
“La cultura del cuoco -ha detto Alessandra Di Pietro- deve rispondere ad un sistema che comprende: Scienza, Esperienza, Sostenibilità ed Etica. La cultura professionale si acquisisce con la Ricerca, la condivisione di esperienze, formazione iniziale e continua
La ricerca del cuoco professionista nasce ancor prima che della professione, già nei banchi di scuola dove i giovani studenti devono apprendere e provare senza mai stancarsi. L’orizzonte della ricerca è infinito in quanto significa lavorare su tutto ciò che serve per migliorare la ristorazione. Un esempio di cambiamento di abitudini è il food delivery che permette di gustare cibi già cotti o da cuocere e di conoscere piatti di tradizioni anche non locali se non addirittura straniere”.
Ad accogliere gli ospiti il Delegato dott. Giuseppe Di Giovacchino che ha ricordato l’importanza della ricerca e di come l’agriturismo I Sapori di Bea l’abbia posta come obiettivo di lavoro e di vita. Tutto quello che si prepara e si serve in tavola proviene dall’orto o dalla stalla. Grande importanza quando si fanno scelte aziendali simili è anche la capacità di scambiare con i vicini prodotti che non si hanno. Questo fatto arricchisce sia chi prende sia chi dà e soprattutto chi acquista o gusta i cibi prodotti in modo naturale.
A predisporre il menu la simposiarca Abate Maria Luisa che ha con l’aiuto della Agrichef Bea, come ama farsi chiamare, ha organizzato le pietanze da far gustare agli accademici convenuti.
I prodotti offerti sono stati:
Pizza fritta di grani antichi impastata con tre farine: Farro Solina e grano tenero con all'interno semi vari accompagnate da salumi di produzione dell’agriturismo.
Una insalatina con erbe spontanee miste: Papaveri, cicoria, tarassaco e accompagnate con il primo sale, di mucca e capra, il tutto condito con olio tacconala e mosto cotto fatto da Bea con mosto di uva Montepulciano
A seguire il Farro che è stato preparato come una polentina morbida detta sfarrata che si ottiene per decorticazione del farro condita con asparagi e salsiccia, carota, sedano e cipolla con asparagi e salsiccia
Il Farro è un piatto antichissimo che risale all'epoca dei romani. Era il nutrimento soprattutto del soldato che lo portava nella sacca e lo cuoceva nel latte o in po' d'acqua essendo un prodotto fortemente energizzante ricco di ferro, perfetto per la sua nutrizione.
Come primo piatto la chitarra, detta chitarrone per le dimensioni dello spaghetto, che è stata impastata con la borragine condita con un sugo di pomodoro e guanciale e poi saltato con pecorino.
Come pietanza a base di carne il Capretto, allevato in azienda alimentato solo con latte, accompagnato dalle patate il tutto cucinato con l’antica arte del coppo.
Per finire la pesca, che è un dolce a forma di pesca riempita con crema pasticcera bagnata all'alchermes, e le Ferrarelle farcite con marmellata d'uva trito di noci e cioccolato.
Il vino servito è delle cantine locali come il Montepulciano della tenuta cipressi e le bollicine della cantina Illuminati.
Per l’Accademia Italiana della Cucina è importante andare alla scoperta del territorio dove purtroppo stanno scomparendo molte attività. Fare impresa è stato sempre difficile ed oneroso, ma oggi lo è ancora di più per i costi aziendali e anche, non da ultimo, per la difficoltà a volte di raggiungere queste aziende. Una scarsa manutenzione del territorio, con strade dissestate e scarsamente illuminate, non attira gli ospiti. Le aziende agricole, gli agriturismi, le locande e ristoranti creati nei paesi per offrire e continuare la tradizione, se non aiutati rischiano di non portare a termine l’importante ruolo che si sono preposti e cioè far conoscere e tramandare l’enogastronomia territoriale.