Arrivano i rincari delle marche da bollo, decisi con il decreto legge 43 del 2013, che ora diviene esecutivo. L’aumento è stato concepito per far fronte agli oneri derivanti dagli interventi di ricostruzione aquilana dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Lo Stato italiano intende così recuperare 1 miliardo e 200 milioni di euro: circa 197 milioni annui fino al 2019. Dunque la marca da bollo da 1,18 euro passa a 2 euro e la marca da bollo da 14,62 euro passa a 16 euro. Il territorio aquilano ringrazia e agli italiani non resta altro da fare che accettare l’aumento.
I primi commenti vengono proprio da esponenti politici abruzzesi; da Pescara si alza la protesta del consigliere comunale Renato Ranieri (Ex Pdl oggi Fli): «Ancora una volta a pagare sono i cittadini», sbotta.
«Se oggi alcune forze politiche sbandierano ai quattro venti che il Governo ha adottato misure (opinabili) di incentivazione all'occupazione e la proroga dell'aumento dell'IVA, ieri le Camere hanno definitivamente rimesso le mani in tasca agli italiani. Vergogna. La ricostruzione dell'Aquila, e non solo, la continuiamo a pagare noi».