
C’è poco da negare, negli ultimi vent’anni lo scenario del gioco d’azzardo si è davvero stravolto. Si va dai casinò classici, quelli con tappeti pesanti, fiches che tintinnano e croupier impeccabili, fino a un universo digitale che – non si sa bene come – ha preso il volo a una velocità impressionante. Più che una semplice trasformazione, il settore è diventato una specie di fucina d’innovazione per altri mondi digitali. Certo, esperienze immersive, pagamenti più sicuri e personalizzazione sembrano i risultati più citati, nati da esigenze piuttosto concrete sia degli operatori sia dei giocatori.
Scorrendo tra i numeri, Statista (2024) segnala che il gambling online avrebbe toccato 92 miliardi di dollari: un dato che, se preso alla lettera, rende bene l’idea di quanto la tecnologia abbia lasciato il segno. Ormai, tracce dell’influenza del gioco online si ritrovano un po’ dappertutto: dalle app delle banche agli shop su internet.
Crescita online e rivoluzione digitale
Se si guarda il salto dal casinò tradizionale a quello virtuale, si capisce che qui parliamo di un cambiamento difficilmente imitato da altri settori. All’inizio degli anni Duemila? Le piattaforme digitali apparivano quasi come delle prove tecniche, versioni poco raffinate dei classici passatempi da sala. Tempo qualche anno, e grazie a ondate di nuove tecnologie – qui sembra che non ci sia mai una vera fine all’aggiornamento – siamo arrivati a sistemi che promettono esperienze personalizzate, aperture 24/7 e ambienti tutto sommato sicuri.
Realtà virtuale, mobile gaming, streaming in diretta e blockchain? Sono solo le prime fermate di un viaggio ancora in corso, adesso con l’AI sempre più protagonista. I dati del 2023 mostrano un +124% di utenti attivi tra il 2015 e il 2023 – una crescita che difficilmente passa inosservata.
In questa fase, il modello del casino online è diventato sinonimo di accessibilità totale: basta una connessione Internet per entrare in un ambiente di gioco realistico, coinvolgente e supervisionato da sistemi antifrode digitali. Quella rapidità di trasformazione che caratterizza il mondo del gioco non sembra aver lasciato indifferenti nemmeno settori assai diversi, dal fintech fino ai grandi marketplace.
Tecnologie immersive e nuove esperienze utente
Parlando di innovazioni nate in questo ambito, si va quasi fuori dai confini classici dell’esperienza digitale così come la si intendeva un tempo. Oggi la realtà virtuale permette di girare liberamente tra slot e tavoli, in spazi tridimensionali che sembrano strappati dal vero, lasciandosi alle spalle i muri dei casinò fisici e portando il “brivido” dove prima era impensabile. Viene fuori anche la realtà aumentata: uno studio Grand View Research parla di investimenti vicini a 5,8 miliardi di dollari nel 2022, solo nel gaming. Niente male.
E poi il live streaming ha scompaginato l’interazione sociale: croupier veri in diretta, finalmente il digitale non è più solo schermo e algoritmo ma anche gesti e voci reali, quasi una socialità di ritorno che somiglia alla sala classica. Dal 2017 in avanti, il graduale ingresso di criptovalute e blockchain ha portato una ventata di trasparenza e sicurezza, automatizzando regole e premi con smart contract. Piano piano, queste stesse soluzioni stanno diventando la norma anche altrove: finanza, ambienti di lavoro online, eventi. Non era affatto scontato.
L’eredità per le moderne imprese digitali
Da anni, chi lavora online prende spunto – spesso esplicitamente – dall’impostazione dei casinò digitali. L’esperienza utente che punta all’immersione totale, la personalizzazione spinta dall’intelligenza artificiale, la centralità dei dati per “agganciare” chi utilizza i servizi: sono ormai pilastri diffusi. Succede adesso che e-commerce e banche digitali usino algoritmi di machine learning di derivazione simile a quelli pensati per consigliare giochi (solo che qui si riconfezionano prodotti tailor made per gli utenti).
Anche l’interazione sociale che nasce con i giochi live ha cambiato il modo di progettare webinar, meeting virtuali, nuove piattaforme di collaborazione condivisa. Ad ascoltare il rapporto Digital Innovation Observatories 2024, il 63% delle fintech europee si sarebbe ispirato a certi modelli sviluppati per il gambling nella gestione automatizzata e sicura di transazioni tramite blockchain. Così si finisce per innescare una catena d’innovazione che, sorprendentemente o no, parte dall’entertainment per rimbalzare dappertutto nel digitale.
Verso il futuro tra intelligenza artificiale e oltre
Intelligenza artificiale? Non si tratta solo di suggerire offerte personalizzate – almeno, non più soltanto quello.Ormai, sembra che l’AI giochi un ruolo sempre più attivo anche contro le frodi e nel supporto al cliente, specialmente grazie ai chatbot che stanno diventando più “svegli”. In realtà, il settore dei casinò online appare spesso più rapido degli altri nel testare quel che esce di nuovo – un vero campo di prova per le tecnologie che poi, magari, troveranno posto anche altrove.
Tra le tendenze del momento? Si parla di biometria per migliorare l’autenticazione degli utenti, ma anche di sistemi predittivi che cercano di capire in anticipo i comportamenti più a rischio. Le logiche nate dal gioco – quella miscela di trasparenza, personalizzazione, coinvolgimento – si rincorrono ormai su ogni piattaforma digitale che pretenda di essere moderna, dal gaming allo shopping online fino agli spazi di lavoro virtuali. Che la frontiera tecnologica, negli ultimi quattro, cinque anni, sia spesso passata di qui sembra difficile metterlo in discussione.
Il gioco responsabile come priorità
Si dice sempre che la tecnologia apre nuove possibilità, ma conviene ricordare che porta anche complicazioni, soprattutto sul fronte del gioco responsabile. Quasi tutte le piattaforme che vogliono una licenza oggi inseriscono velocemente strumenti per limitare le puntate, rilevare chi inizia a rischiare troppo, o almeno offrire un qualche tipo di aiuto digitale per il benessere degli utenti.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 sarebbero stati oltre 2,4 milioni gli italiani che hanno usato i sistemi di autoesclusione. Difficile pensare a un’innovazione “buona” che non metta al centro anche la tutela della persona: rafforzare protezione e trasparenza, stavolta, non è solo uno slogan ma forse la vera sfida da tenere d’occhio. La convivenza tra tecnologia e responsabilità rimane, insomma, un equilibrio da negoziare costantemente.