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Comitati di via Santina Campana e via Fornace Bizzarri: “Beni comuni non uno scambio, ma un diritto”

I cittadini scendono in campo "contro il gioco delle tre carte che cancella il verde urbano"

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Abbiamo imparato, a nostre spese, che quando si parla di "riqualificazione" troppo spesso si intende "sostituzione": un bene comune va giù, un servizio (forse) si costruisce, e il risultato è che la città perde qualcosa che non tornerà più.

Lo dicevamo quando abbiamo visto abbattere il piccolo parco di via della Fornace Bizzarri. Lo dicevamo quando gli Orti urbani di via Santina Campana sono stati spazzati via, nonostante anni di cura, sacrifici e partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine. In cambio: promesse, rendering e toni trionfalistici. Asili nido da costruire. Ma a quale prezzo?

E oggi ci chiediamo: Dove sono i nuovi orti urbani, dove è il nuovo parco promessi dall'amministrazione a compensare la perdita e aggiungere e non sottrarre servizi alla città? Qual è il bilancio reale, per la comunità, di queste operazioni?

Gli asili sono collaudati, manca ancora il bando per gli arredi. Sono in ritardo. Bando gestione ancora non preparato, quindi non ci sono problemi ma ritardi su ritardi. Sottolineiamo una mancanza di controllo processo e vari ritardi. Il tema rimane il baratto.

I beni comuni non sono "spazi vuoti da riempire". Sono luoghi vissuti, relazioni, identità condivise. Togliere un bene comune per metterne (forse) un altro significa giocare con il futuro della città come fosse un mazzo di carte. E noi non ci stiamo.

Avevamo già sollevato dubbi quando si è iniziato a parlare di fondi del PNRR. Temiamo – e i segnali ci danno ragione – che una volta ottenuti i finanziamenti, costruiti gli edifici e aspettando il taglio dei nastri che ancora non c'è, tutto tornerà al silenzio. E la tanto annunciata "open day" non ci sarà.

Alla commissione odierna di Controllo e Garanzia nessuno si è presentato, l'assessore ha mandato una nota. Nuovamente la maggioranza diserta l'unica commissione dell'opposizione: aspetto da stigmatizzare.

I beni comuni non si barattano. Si tutelano. I cittadini e le cittadine si sentono sempre più presi in giro con una narrazione fasulla che vuole il sacrificio di alcuni per il benessere di tutti ma qui si rischia di sacrificare non solo la città ma il futuro.

Ricordiamo a questa amministrazione che prima di ogni altra cosa una città sana è una città che ascolta e cresce insieme alla sua comunità. Per questo continueremo a vigilare, a farci sentire, a chiedere un futuro in cui verde urbano, partecipazione e servizi pubblici non siano messi gli uni contro gli altri, ma possano convivere. Perché una città sana è una città che ascolta e cresce insieme alla sua comunità.

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