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Giovani vincenti: Elena Fanese ci presenta Dragonfly, la sua scuola di danza

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Dopo l'esperienza del Circolo Babilonia, schiaffo alla crisi cambia tema e la musica e la danza diventano i protagonisti della puntata odierna. Musica e danza, da sempre, sono i protagonisti anche della vita della 31enne pescarese Elena Fanese che ha coronato il suo sogno, quello di aprire una scuola di danza, la Dragonfly.

Elena ci accoglie con il sorriso e con un’allegria contagiosa. La stessa allegria che si respira in ogni angolo della Dragonfly, la sua coloratissima scuola di danza, che già da alcuni anni fa ballare e divertire tanti grandi e piccoli pescaresi.

La palestra, recentemente inaugurata (fino allo scorso anno i corsi si tenevano in un’altra struttura ndr) si trova in via Ravasco 54 a Pescara.

“Sono molto soddisfatta di come è venuta - esordisce Elena, mostrandoci orgogliosa i locali della scuola - considerato che abbiamo fatto tutto in famiglia e per di più in tempi strettissimi. Non potendo chiamare una ditta ho assoldato parenti e amici come operai e imbianchini. Ci siamo giocati l’estate ma devo ammettere che il risultato finale ci ha ripagati di tutta la fatica!”

Effettivamente la palestra è davvero graziosa, confortevole e allegra. “Abbiamo giocato tanto - spiega Elena - per renderla veramente nostra”.

Da quanto tempo fai questo lavoro?

Diciamo che ballo da sempre, sin da quando ero piccolina. Mia mamma mi dice sempre che in vita mia non avrei potuto non ballare! Una volta diventata grande ho iniziato come assistente presso la scuola di danza da me frequentata, l’Artistic Center. Oltre alle attività in palestra organizzavamo anche laboratori di danza teatro e varie iniziative per i bambini delle scuole, ad esempio campus estivi.

E poi come mai hai deciso di fare “il grande salto” e aprirti una struttura tua?

A lungo andare le collaborazioni possono diventare problematiche e poi dopo tanti anni, dopo aver lavorato a lungo per altri, avevo voglia di qualcosa di mio. Principalmente devo ringraziare le mamme dei ragazzi dei miei corsi, loro mi hanno spinta a provarci e io mi sono detta “apriamo un’associazione e vediamo come va”. Così ho deciso di fondare la Dragonfly, con mia madre Annamaria Serpente come presidentessa. Come tutte le cose l’inizio è stato difficoltoso. Inizialmente non avevamo una sede vera e propria, eravamo solo un’associazione culturale e sociale e realizzavamo principalmente progetti scolastici e campus estivi. Non è stato facile, soprattutto la collaborazione con le scuole è stata difficoltosa, a causa dei vari intoppi burocratici che ogni volta rallentano il lavoro. Fortunatamente, però, è andata bene e ogni anno abbiamo sempre tanti ragazzi a seguire le nostre attività e i nostri campus estivi.

La danza come è subentrata?

Nei campus organizzavamo spesso spettacoli di teatro danza, musical. Essendo io una maestra diplomata di Hip Hop ho deciso di affiliare l’associazione allo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) trasformandola in associazione sportivo dilettantistica. Abbiamo quindi iniziato a organizzare anche corsi di danza, appoggiandoci inizialmente nelle palestre delle scuole comunali. Tre anni fa è arrivata la sede vera e propria, che ci ha permesso anche di ampliare la nostra offerta.

Attualmente quali  attività offrite alla vostra clientela?

Ce n’è per tutti, grandi e piccini! Per quanto riguarda la danza organizziamo corsi di Hip Hop per adulti, ragazzi e bambini, breakdance, danza moderna, baby dance, zumba, danza del ventre, corsi di musical, laboratori di danze tradizionali e tante altre attività.  Poi ci sono i campus estivi, che ogni anno presentano sempre un gran numero di iscritti. Ovviamente chi volesse saperne di più può venire a trovarci nella nostra sede in Via Ravasco o visitare la nostra pagina facebook.

Quale è stata la vostra “carta del successo”?

Per quanto riguarda i campus estivi direi che la nostra formula vincente è stata quella del pagamento giornaliero. I genitori che vogliono iscrivere i bambini ai nostri campus non devono pagare quote mensili, il pagamento è giornaliero. Certo questo può comportare, in alcuni giorni, di trovarsi con pochi partecipanti ma in linea di massima è una formula che funziona. Soprattutto è comoda per i genitori, in particolare nel periodo estivo. Se per caso vuoi partire in vacanza, o per altri motivi non puoi accompagnare tuo figlio al campus, non devi preoccuparti di non poter usufruire di un servizio già pagato.

E per quanto riguarda la danza?

Se vuoi riuscire in qualcosa devi osare, ma è anche vero che in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, in cui le persone letteralmente “fanno i conti” ogni volta che devono fare qualcosa, non è molto semplice farlo. Noi ci abbiamo provato, mettendoci però nei panni della gente. In molti  restano stupiti per i prezzi che proponiamo. Di certo noi non “svendiamo” quello che offriamo, semplicemente cerchiamo di rendere i prezzi un poco più abbordabili per le famiglie, proponendo pacchetti sconto per i familiari o anche cercando di tagliare i costi per la realizzazione dei saggi, che in genere sono una delle spese più onerose per chi frequenta corsi di danza. 

In che modo?

In tre parole gestione familiare, handmade e low cost. Cerco di coinvolgere gli amici e i ragazzi, soprattutto, quelli più grandi nella realizzazione di scenografie e costumi. I ragazzi si divertono ed è una cosa positiva anche per loro coinvolgerli nella realizzazione di lavori manuali. Per i costumi spesso ricorriamo alle abili mani della mia nonna sarta e alle grandi catene commerciali, in modo da far acquistare cose che poi potranno essere indossate anche nella vita di tutti i giorni. Inoltre nei nostri saggi non si paga il biglietto di ingresso, in questo modo mi è capitato di trovarmi iscritti ai corsi dei ragazzi che erano venuti liberamente a vedere lo spettacolo.

Quale è stata finora la tua soddisfazione più grande?

Ce ne sono tante. Fondamentalmente mi fa piacere sentirmi dire “si vede che ai tuoi saggi i ragazzi si divertono”. In particolare una grande soddisfazione me l’ha data una bambina proprio quest’anno. Di ritorno da una vacanza estiva con i genitori mi ha raccontato di essersi esibita in una festa  del villaggio turistico e di aver ricevuto tanti complimenti. Tante grandi soddisfazioni me le hanno date anche le vittorie di numerose gare di Hip – Hop a cui ho portato i miei allievi.

Che genere di gare?

Noi siamo iscritti alla FIDA (Federazione Italiana Danza Amatoriale) e quando posso porto i miei ragazzi, soprattutto i più piccoli, alle gare. Non si vince chissà cosa, ma esibirsi davanti a una giuria per i bambini fa tanto. Sicuramente si tratta di esperienze, sia in caso di vittoria che non, costruttive e formative sia dal punto di vista della danza che da quello della personalità.

Perché hai deciso di chiamare la tua scuola Dragonfly (libellula in inglese ndr)?

È una storia divertente. Dovevamo scegliere il nome dell’associazione ed eravamo molto indecisi. Dragonfly era tra i miei preferiti perché la libellula è un animale che mi piace molto. Un giorno, mentre camminavo per strada, per puro caso sono capitata davanti a un pezzo di un puzzle che qualcuno aveva buttato a terra. C’era disegnata proprio una libellula! Non ho avuto più dubbi …

Un’ultima domanda, la nostra rubrica si chiama “Giovani Vincenti”. Tu ti senti vincente e se sì in cosa?

Direi proprio di sì. La cosa più bella è alzarsi la mattina e andare a lavoro con la gioia nel cuore. Nel momento in cui il lavoro che fai è quello che ti piace devi essere vincente per forza!

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