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Crisi idrica, odg bipartisan per impegnare il sindaco Masci su atti concreti

Al termine del consiglio comunale straordinario, i componenti dell'assise civica hanno deciso di redigere il documento

Redazione
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Ieri, al termine del consiglio comunale straordinario sulla crisi idrica, i componenti dell'assise civica hanno deciso di redigere un ordine del giorno condiviso. Un elemento decisamente positivo perché bipartisan, scaturito da una necessità comune, cioè appunto la mancanza di acqua cui bisogna fare fronte in tempi brevi. Gli odg del centrosinistra erano stati ritenuti abbastanza vincolanti dalla maggioranza, che così ha spinto per un loro ammorbidimento, sintetizzandoli poi in un unico, nuovo ordine del giorno, con il quale si dà mandato al sindaco Masci di impegnarsi in alcuni compiti specifici e su atti concreti. L'odg è stato firmato da tutto il consiglio comunale. 

Nel documento visionato da PescaraNews.net si legge che “ormai da anni il servizio idrico locale è interessato da interventi periodici di riduzione della portata e interruzioni programmate sempre più frequenti, con conseguenti disagi soprattutto per famiglie e attività commerciali; già nell'estate 2021 la città di Pescara aveva affrontato una situazione emergenziale tale da richiedere al Consiglio Comunale di predisporre iniziative condivise con l'obiettivo di prevenire, per quanto possibile, le conseguenze di future carenze idriche; quest'anno i disagi hanno raggiunto proporzioni ancor più importanti, tanto da protrarre la situazione emergenziale ben oltre il periodo estivo, normalmente considerato deficitario dal punto di vista delle precipitazioni atmosferiche e, quindi, dell'approvvigionamento di risorse idriche”.

Le motivazioni dell'emergenza

Le principali motivazioni dell'emergenza, spiega l'odg, “vengono ricondotte, oltre che alle scarse precipitazioni, al pessimo stato di conservazione delle reti idriche locali, alla mancanza di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento e all'assenza di una gestione coerente e integrata della risorsa idrica; i vertici dell'Azienda Consortile Acquedottistica Aca SpA, che gestisce il servizio idrico in house providing, hanno affermato di non essere in grado di prevedere tempi e modi di un ritorno alla normalità dell'erogazione, anticipando già che le chiusure e le riduzioni di portata proseguiranno almeno per tutto il mese di novembre; l'Aca ha comunque risanato i conti dal 2017 e ha investito mediamente 20 milioni di euro l'anno sulle infrastrutture e che nel 2027 è previsto il termine della concessione con il concreto rischio di non vedere implementati gli effetti della digitalizzazione; l'acqua viene considerato un bene primario, vale a dire un bene pubblico fondamentale che riporta la figura dei cittadini da quella particolare di utenti di un servizio a quella di soggetti di diritti generali, riconosciuti dalla carta costituzionale quali il diritto alla salute, al benessere e alla cultura. Per tale motivo la comunicazione e la condivisione delle problematiche inerenti alla gestione di un bene fondamentale, come è l'acqua, sono aspetti inderogabili”.

Il consiglio comunale prende atto che “Aca SpA è unicamente ente di gestione del servizio idrico integrato in nome e per conto di ERSI (Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato), e che sono i Comuni a dover svolgere una funzione attiva nel rappresentare criticità e bisogni al fine di orientare le politiche regionali in tema di investimenti in materia; questa attività andrebbe strutturata attraverso la partecipazione di tutte le parti coinvolte a vario titolo (Regione- Ersi Gestori dei servizi Idrici ,Consorzi di Bonifica, Arta, Protezione Civile, società scientifica e associazioni operanti sul territorio), al fine di conseguire obiettivi di effettiva sostenibilità economica, ecologica, sociale e culturale nella gestione di un bene primario come l'acqua”.

Cosa dovranno fare sindaco e giunta?

Per tale ragione, il sindaco e la giunta vengono invitati a "dare mandato agi uffici competenti di valutare la predisposizione di un programma di pronto intervento per l'installazione dei cosiddetti "punti di distribuzione" sul territorio cittadino, con una pianificazione che tenga conto dei quartieri e dei rioni che ciclicamente si siano dimostrati più esposti all'interruzione del servizio idrico". Ma anche a “studiare e programmare la realizzazione di una serie di attività sul territorio, con il coinvolgimento di tutti i Comuni Abruzzesi, tese a sensibilizzare e sollecitare la Regione, il Governo Nazionale e l'Europa, affinché siano garantite le adeguate risorse economiche necessarie per la tutela del sistema idrico integrato, quindi del bene acqua; a rendere sin da subito strutturale il ricorso, sul territorio comunale, a fonti diverse di approvvigionamento idrico per tutti gli usi che non richiedano acque pregiate (lavaggio di strade, marciapiedi, piazzali e cortili (anche privati), autolavaggi, irrigazione di aiuole, parchi e giardini (anche privati), colonnine antincendio, etc.)”.

Sarà inoltre importante “avviare un programma puntuale e dettagliato per l'installazione e la manutenzione delle autoclavi nelle scuole di propria competenza”, attivare “tutte le interlocuzioni più opportune per la pianificazione, lo sviluppo e la realizzazione (anche attraverso bandi e fondi pubblici) di una rete idrica duale, con l'obiettivo di fornire l'utente con acqua potabile e non potabile in relazione ai diversi usi, domestici e non” e intensificare “un'interlocuzione con la Regione Abruzzo al fine di verificare la possibilità di rendere strutturali i contributi per l'installazione di impianti autoclave o altri sistemi di approvvigionamento idrico da parte dei privati, comprendendo anche gli immobili posti al piano terra; semplificare le procedure di accesso da parte degli utenti ai contributi regionali per l'installazione di impianti autoclave; incentivare ogni possibile intervento da parte dei privati per l'ottimizzazione della gestione dell'acqua, intervenendo su norme e regolamenti al fini di determinare le condizioni per il riuso delle acque piovane, anche con riferimento alla Legge 68/2023 (decreto Siccità); avviare una nuova gestione delle acque secondo il modello tecnico-scientifico conosciuto come Città Spugna (desealing, invarianza idraulica, infiltraggio acque piovane etc.) ai fini di una resilienza della città alla carenza idrica futura”.

Le sollecitazioni a Masci

Masci, in particolare, viene sollecitato a “predisporre un tavolo permanente di monitoraggio sulla gestione del servizio idrico integrato, con il coinvolgimento di tutti gli enti, le strutture e le associazioni di categoria competenti, al fine di conoscere preventivamente le eventuali situazioni emergenziali, condividendo gli strumenti più idonei per informare gli utenti su giorni, orari e interventi di riduzione idrica; condividere i piani di azione, le progettualità in corso e le relative priorità di intervento a lungo termine, valutando un programma sostenuto da adeguate risorse economiche e finalizzato all'eliminazione delle perdite idriche sotterranee e luogo la rete”.

Si chiede inoltre al primo cittadino di “perseguire con tutti i mezzi possibili la difesa dell'acqua come primario bene comune pubblico da attacchi ambientali, come ad esempio fenomeni di inquinamento territoriale e danneggiamenti delle falde acquifere, e da privatizzazioni e speculazioni di carattere economico”, promuovendo in tutte le opportune sedi istituzionali “il pieno sostegno alla tutela della gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato in futuro, contrastando forma di ipotesi di privatizzazione del servizio, poiché con l'avvicinarsi della scadenza dell'affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato alla società Aca spa, l'Abruzzo sarà chiamato a decidere il nuovo modello di governance del Servizio Idrico Integrato dell'Ambito Ottimale Pescarese”. 

Masci dovrà altresì “verificare in sede di approvazione del bilancio di previsione Aca le modalità e le destinazioni puntuali degli investimenti programmati da Aca stessa per l'efficientamento della rete idrica” e istituire “un gruppo di lavoro di esperti, per valutare la possibilità di promuovere, insieme a tutti i Comuni dell'Abruzzo, la costituzione territoriale di un fondo comune di investimento pubblico chiuso, aperto alla partecipazione oltre che dei Comuni stessi, anche della Regione, delle Province, di altri enti pubblici e delle società interamente detenute da quest'ultimi e al risparmio privato, consentendo l'adesione a tutti quei cittadini che vogliono investire quota parte del proprio risparmio, in un fondo pubblico con finalità di interesse collettivo, con un ritorno in termini non solo economici ma anche e soprattutto di disponibilità di efficienti servizi essenziali”, valutando per tempo “tutte le problematiche connesse alla scadenza del 2027 e al conseguente avvicendamento del gestore”. 

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