“Gli allenatori italiani sono dotati di un solo cromosoma X, quello del pareggio”, così, fra il serio e il faceto, si espresse durante uno dei suoi spettacoli, Maurizio Crozza. Da quando furono introdotti i tre punti per la vittoria, questa sorta di “malattia genetica” è stata, per lo più, debellata. Sembra davvero strano ritrovarne, oggi, i germi sulla panchina del Pescara, eppure esattamente ⅓ delle gare fin qui disputate in questa stagione dal Delfino, sono terminate in parità. Potrebbe anche sembrare il frutto di una casualità, ma vedendo giocare gli uomini di Zeman, in realtà non ce ne stupiamo per niente.
Lo scorso sabato pomeriggio, durante il match casalingo contro la Cremonese (terminato per l’appunto a reti bianche, così come il precedente di Chiavari con la Virtus Entella), i tifosi erano davvero sconcertati e si chiedevano se davvero fosse il boemo, quello seduto in panchina. Di la delle statistiche, ci s’interroga su come sia possibile che questa squadra giochi (anzi, “non” giochi) così male, uscendo fra i fischi dello scarso pubblico venuto a sostenere, nonostante le previsioni meteorologiche avverse, i suoi ormai ex beniamini?!
A nulla sono valsi gli invocati cambi in attacco (ricordate che all’interno dello scorso editoriale avevamo profetizzato una pausa per lo stanco Pettinari?), perché sembra che davvero tutti, ma proprio tutti, gli avanti biancazzurri, abbiamo le polveri bagnate. Le occasioni da goal fornite dai centrocampisti e dai difensori di fascia, è vero, si misurano con il contagocce, ma ricordiamo che l’ultima realizzazione su azione risale addirittura al 20 gennaio, prima giornata di ritorno, in quel di Foggia, con Mancuso su assist di Mazzotta. Da allora l’unica altra marcatura è stata quella di capitan Brugman nel finale della gara interna con la Salernitana, ma su calcio piazzato. E meno male che la difesa sta reggendo l’urto degli attacchi avversari, così che in entrambi i casi sono giunti i tre punti della vittoria. Insomma una squadra che si affida unicamente alla solidità della sua retroguardia, per fortuna in stato di grazia e ben coadiuvata da un pizzico di buona sorte, ma assolutamente incapace di produrre vere azioni da rete, nonostante il celebrato credo calcistico zemaniano dovrebbe mostrare l’esatto contrario.
Che il Calcio, almeno quello con la C maiuscola, a Pescara sia ormai declinato verso un triste epilogo, di sicuro stagionale, ma apparentemente anche in prospettiva futura, si può determinare anche dal modo in cui, alcuni tifosi della Curva Nord, hanno mestamente provato a contestare la dirigenza, durante il match contro la Cremonese. Un tempo, quando il calore del pubblico biancazzurro faceva sentire il suo peso, nel bene o nel male, i cori erano prodotti con l’ausilio di ben altre tonalità. Scuotevano l’ambiente e producevano, spesso, gli effetti desiderati, anche perché chi li riceveva, era certo di poter contare sull’eventuale sostegno degli stessi contestatori, nel caso mostrasse un lavoro ben fatto. Oggi assistiamo, invece, a una sorta di assuefazione, quasi che Daniele Sebastiani, a forza di ripetere, da anni, il concetto che prima viene il bilancio e poi, eventualmente, il risultato sul campo, sia finalmente e definitivamente riuscito a convincere l’ambiente di quest’assurdo assioma. Il consenso ricevuto e propagandato da una certa stampa accomodante, ha assistito il presidente nel portare a compimento questa sorta di lavaggio dei cervelli. Di questo “trattamento” sta beneficiando anche il suo compagno di cene, Zdenek Zeman, forse il primo allenatore della Storia del calcio pescarese a non essere né idolatrato, né contestato … quasi che il suo ruolo sia stato talmente svilito, da non meritare neppure un commento. Fortuna che ci sono ancora Giornalisti (volutamente con la G maiuscola) del calibro di Gianni Lussoso o Pierpaolo Marchetti e forse pochissimi altri, testardamente in grado di raccontare le verità, per quanto possano sembrare scomode e fastidiose. Quando anche gli ultimi baluardi del commento libero non racconteranno più le vicende della Pescara calcistica, forse la fine di questo sport, da queste parti, giungerà davvero a compimento e coloro i quali, oggi, conducono operazioni in stile propagandistico, saranno i primi a rimanere senza lavoro, pentendosene con grave e inutile ritardo.
Nemmeno il tempo di riprendere fiato e già domani sera, Burian permettendo, la parola passerà nuovamente ai rettangoli di gioco, per un nuovo turno infrasettimanale. Seconda gara consecutiva casalinga per il Delfino, che stavolta ospiterà il Carpi. Anche l’ultima vittoria degli emiliani, così come quella dei biancazzurri, risale all’incontro con la Salernitana, il 3 febbraio per loro, la giornata successiva nel nostro caso. In classifica ci precedono di un punto e, un po' come la Cremonese, a un attacco asfittico, contrappongono una solida difesa. All’andata finì 0 – 1, grazie a una rete di Christian Capone, auguriamoci un difficile bis. Di seguito, sabato prossimo, si andrà a far visita al Cittadella, in questo momento quinto in graduatoria. Due partite difficili, ma entrambe decisive per il cammino di questa stagione.