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Il Lunedì del Delfino

Quando si perde la colpa è di tutti, ma qui decide sempre uno solo

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La tirannia non è una buona soluzione, né per chi la subisce, né per i suoi figli né per i suoi discendenti; essa piuttosto, è di per sé un fatto negativo. In effetti, solo gente dalla mente ristretta e servile, che vive e vivrà nell'ignoranza di ciò che è giusto e buono nei confronti degli uomini e degli Dei potrebbe godere di guadagni ammassati grazie ad essa.

Non è un caso se abbiamo voluto concedere a Platone, il filosofo che più di ogni altro credeva nell’importanza del dialogo, come unico strumento concreto di conoscenza, l’incipit del nostro editoriale odierno. Si è detto tanto su Daniele Sebastiani in questi circa dieci anni di suo pontificato biancazzurro e forse non sapremo mai davvero darne un giudizio così preciso, da poterlo archiviare ai posteri, a futura memoria. Eppure sulla sua scarsissima propensione alla comunicazione, sono pressoché tutti d’accordo, anche i suoi più strenui e astiosi difensori. I suoi studi esclusivamente ragionieristici, evidentemente lo hanno plasmato in siffatta maniera e la sua ben nota incapacità di accettare consigli da chi non ritiene a lui asservito, hanno fatto il resto. Sarebbe oltre modo noioso ripeterci circa i fatali accadimenti che hanno costretto il popolo biancazzurro a subire ben due lustri di questa presidenza (per chi volesse “divertirsi” non ha che da scorrere all’indietro le 172 precedenti edizioni di questa rubrica e ne troverà spesso menzione), ma fortunatamente tutto ha un finale. A prescindere da come il Delfino porterà a termine gli ultimi due match della stagione regolare ed eventualmente la coda dei play out, il tempo per il miglior presidente (a detta esclusivamente sua) della centenaria Storia di questa società, è ormai scaduto.

Colui che, a fronte di una sola promozione in serie A, grazie esclusivamente all’irripetibile e incredibile vena realizzativa di Gianluca Lapadula, ci ha regalato due vergognose retrocessioni in serie B, entrambe condite da una miriade di record negativi, oltre a una sequenza costante di mercati invernali tesi a disfare quel poco di buono costruito durante le estati precedenti, ebbene oggi, come ogni sovrano assolutista che la Storia (non solo sportiva) ci ha consegnato, è giunto nudo alla meta! Persino la più classica fra le frasi dettate in circostanze come quella che sta vivendo il calcio pescarese, ovvero che quando si perde la colpa è di tutti, è stata implicitamente ribaltata da Daniele Sebastiani: non può infatti condividere con nessuno questa tragica (sportivamente parlando), eventuale, retrocessione, in quanto ha sempre fatto e deciso tutto lui, solo lui e i suoi amici procuratori, che di lui si sono serviti e di cui lui, a sua volta, si è sempre servito. Certo, la scorsa estate gli hanno tirato un bel bidone, regalandogli le prestazioni (…) di tal Marco Tumminello, però qualche dubbio poteva anche porselo … un simile talento, proprio al Pescara veniva concesso? Almeno un altro attaccante, per prudenza, bisognava portarlo in riva all’Adriatico, che diamine! Invece nulla, nemmeno a gennaio, quando ci ha provato, bisogna dargliene atto, a trovare un sostituto, ma purtroppo tutti chiedevano denaro in cambio e non se n’è fatto nulla. Ah già, dimenticavamo il colpaccio del bulgaro Valeri Emilov Božinov, una garanzia, dettata anche dalla conoscenza personale con l’altro ex juventino, quel tal Nicola Legrottaglie, promosso allenatore in virtù degli ottimi risultati fino a quel momento conseguiti con la Primavera (terzultimo posto in classifica, ma era il campionato Primavera 1). In ogni caso la Rosa vantava comunque un giovane attaccante, già richiestissimo da diversi Club della Premier League: si, parliamo proprio di Gennaro Borrelli, fin qui autore di una rete in diciannove partite giocate (per un totale di 834 minuti) e protagonista della sfortunata azione finale, nell’ultimo incontro, perso, come sapete, venerdì sera a Trapani, quando al 94’, a tu per tu con il portiere siculo Carnesecchi, non è riuscito a fare di meglio che tirargli il pallone addosso.

Insomma, sembra proprio che la cattiva sorte abbia preso di mira, soprattutto quest’anno, il presidente e tutta la squadra al seguito. Che una parte di responsabilità sia da addebitarsi ad alcuni giornalisti non asserviti, i quali da parecchio tempo denunciano le mancanze di questa gestione, è indubbio. Se davvero tutto l’ambiente, ma davvero tutto, nonostante gli errori a catena, avesse continuato a dire e scrivere che non ci fosse nulla di sbagliato, siamo certi che il rendimento in campo dei giocatori sarebbe stato senz’altro diverso. Non solo, forse addirittura Marco Tumminello non si sarebbe nemmeno infortunato e oggi saremmo in corsa per la serie A! È anche vero che, di solito, chi accusa un altro di una colpa, deve guardare sé stesso, ma preferiamo lasciare a chi di dovere la possibilità di un esame introspettivo di coscienza.

Della sciagurata sconfitta di Trapani, che ha tolto al Delfino le residue e flebili speranze di salvezza diretta, non vale nemmeno la pena spendere parole. Due riflessioni vale però la pena farle. La prima è che l’ex Pettinari, l’uomo in più dei siciliani in questa loro poco esaltante stagione, non ha inciso sulla conquista dei tre punti. Forse, chissà, nella speranza inconscia che il Pescara, salvandosi, magari lo riaccolga fra le sue braccia, non ha agito con la consueta grinta in campo. La seconda è invece una menzione d’onore per il portiere Vincenzo Fiorillo. La sua strepitosa parata al 27’ su incornata a colpo (quasi) sicuro di Alessandro Buongiorno, se fosse accaduta in un campo di serie A, sarebbe entrata di diritto nel novero di quelle da ricordare per sempre. Una prodezza davvero miracolosa a cui ci è sembrato giusto rendere onore: peccato non sia servita a riequilibrare il risultato finale.

Il calendario, in fondo magnanimo, regala questa sera al Delfino la concreta possibilità di incamerare tre facili punti, contro l’abbondantemente e da tempo, retrocesso Livorno. Venerdì prossimo, poi, l’ultimo match al Bentegodi contro il Chievo Verona, rilanciato in chiave play off dalla sonante vittoria di tre giorni fa contro il Cittadella. Ci vorrebbe un miracolo sportivo, che al momento appare piuttosto improbabile, per evitare i play out al Pescara. Inutile fare pronostici, qualche giorno di attesa e sapremo.  

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