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Gli antichi mestieri: le donne del teatro delle marionette di Borgomarino di Pescara

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Nel 1919, la famiglia Luigini impiantò a Pescara, nel quartiere di Borgomarino, un teatro stabile di marionette. I Luigini, maestri del teatro di figura e di animazione, non si esibivano solo a Pescara. Nella compagnia anche le donne di famiglia svolgevano un ruolo importante. Davano voce, infatti, alle marionette femminili e non solo.

Gemma (nata a Caserta), Camilla (nata a Benevento), Vittoria (nata a Casamicciola), Emma e Giuseppina (nate a San Ferdinando di Puglia) riuscivano, alterando la loro naturale dizione, a dar voce anche ad alcune marionette maschili. Voci determinanti nelle sorti artistiche dello spettacolo. Le donne non erano solo imitatrici. Nella semplicità dei copioni il loro recitato era profondamente aderente al vissuto dei personaggi. Tutte conferivano, infatti, dignità al loro teatro di figura, che raccontava fatti realmente vissuti da regnanti, paladini e uomini comuni.

L'ultima donna a inserirsi nel cast femminile fu Michelina Americano, figlia di Gemma. La tradizione continuava alla grande!

Ogni donna, inoltre, come mi riferisce Michelina, (mia preziosa fonte) era in grado di cantare negli intervalli. Era l'epoca del trionfo del bel canto. Vittoria, invece, pur sapendo cantare si dedicava, con la zia Angela Liberti alla realizzazione dei costumi. Ogni membro del teatro svolgeva un preciso ruolo.

In assenza di fonti letterarie relative al loro teatro mi sono affidato alla ricerca sul campo.

Gli intervistati (Loriento D'Incecco, impiegato, di anni 84 e Lidia Di Marcantonio fornaia, di anni 88) confermano la bravura di queste donne tuttofare e sottolineano che animavano anche le farse. La loro collaborazione, come risulta da altre interviste, è abbastanza nota nel mondo dei vecchi pescatori di Pescara. Spesso, purtroppo, queste operatrici rimanevano protagoniste invisibili del palcoscenico, ma non si sentivano frustate.

Alle loro spalle c'era la direzione di Luigi "teatrante specializzato nell'arte dei pupi (Cfr.,Carmine D'Ottavio, Borgomarino-c'era una volta, Montesilvano, Ed. Imaging. s.d.), nonché genialoide improvvisatore.

A proposito di imitazioni Enrico Luigini (altra fonte) racconta: "Mio zio Luigi, addirittura, sapeva imitare anche la voce dei bambini" (Cfr. Vito Giovannelli, Il teatro delle marionette di Borgomarino di Pescara, op. cit.).

Il teatro dei Luigini disponeva di una valida orchestrina e prima degli spettacoli, per attirare il pubblico, Gemma, Camilla, Emma e Giuseppina, sotto la guida del direttore di orchestra Corrado Barra, cantavano canzoni in voga (fonte Lidia Di Marcantonio, di anni 88, fornaia). La stessa asserisce: "noi giovani prima di andare a vedere lo spettacolo ballavamo davanti al teatro. Era una vera festa! Eravamo tutti felici e contenti" ... "Personalmente non gradivo le lotte dei paladini, preferivo gli spettacoli d'amore"(Cfr. Vito Giovannelli, Il teatro delle marionette di Borgomarino di Pescara, op. cit.).

Sofia Pacchione, di anni 80 ha riferito che "sua nonna Gemma cantava anche brani di Aida, Trovatore, Traviata, Boeme,Tosca, Barbiere di Siviglia, e Rigoletto. Sofia ricorda ancora le farse di Pulcinella e Scartellato e i racconti sulle mangiate di pesce fritto fatte dai due caratteristici personaggi del mondo delle marionette e dei burattini" (Cfr., V. G. Il teatro delle marionette di Borgomarino di Pescara, op. cit.). Ricorda anche le storie di Scartellato e Paolino il campanaro, personaggio creato da Luigi in ricordo di san Paolino da Nola, a cui si attribuisce l' invenzione della campana. Su san Paolino, Luigi Luigini scrisse diverse farse, i cui copioni sono andati perduti. Perduti sono andati anche i copioni della commedia dell'arte.

Sulle attività dei Luigini, ripeto, c'è pochissima letteratura e poche marionette, avendo i nazisti distrutto le loro strutture e le loro marionette per rappresaglia. Sul lavoro svolto dalle donne non si conosce nulla, tranne i loro volti da me pubblicati nel 2009 (Cfr., Vito Giovannelli , Il teatro delle marionette di Borgomarino di Pescara, op. cit.) e che, in questa sede, ripresento in rinnovata veste editoriale.

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